Pur nel doveroso rispetto dei morti non è possibile non notare, in queste ore, l’evidente imbarazzo del mondo politico aretino nell’affrontare la morte di Licio Gelli. Un po’ come per Banca Etruria, dove mentre l’Italia intera fa l’incendiaria ad Arezzo si trovano solo pompieri, anche la dipartita del Venerabile non è un argomento facile per una realtà che lo ha ospitato per 50 anni come concittadino.
D’altra parte Gelli era un uomo di potere e come per tutti gli uomini di potere la sua presenza s’è sentita. Sempre
Oltre a questo il fatto che fosse contornato da un alone di mistero, alimentato da variopinte teorie sul suo possibile convolgimento in ogni male della storia repubblicana e da altre leggende più prettamente made in Arezzo, rende il tema ancora più spinoso. Fra gli aretini c’è chi l’ha temuto, chi l’ha venerato, chi l’ha odiato e combattuto e troppe ferite sono ancora vive.
Commentare una figura simile senza incartarsi, sbilanciarsi troppo e deludere qualcuno è quindi assai difficile, a meno di non prendere una posizione chiara e netta, cosa che però, nella politica di oggi, condanna all’essere minoritari
Quindi bene hanno fatto, dal loro punto di vista, coloro che hanno scelto di nuovo il ‘nascondismo’, tacendo e aspettando che passasse la nottata. Fra essi i politici più giovani che oltre a essere poco capaci nel gestire situazioni complesse senza rimediare delle epic fail (vedi Banca Etruria) non conoscono nè la loro realtà cittadina, nè la storia recente italiana, di cui hanno in testa un riassunto bignamistico fatto di qualche frasettina da utilizzare come “cit.” in tweet bellini bellini
Meglio stare zitti, quindi, perchè questa è roba da duri
L’unico che, purtroppo per lui, non poteva stare zitto era il Sindaco della città. Ghinelli una dichiarazione ai microfoni della Rai l’ha dovuta fare e il suo mi è sembrato un incespicare imbarazzato e imbarazzante, di certo non all’altezza delle sue medie, probabilmente espressione quasi simbolica di un disagio diffuso
Poi c’è quella parte, minoritaria, che le idee le ha ancora chiare e non si vergogna a dirle. E’ stato piacevole, fra questi, ritrovare un vecchio leone come Tito Barbini, ex Sindaco di Cortona e Assessore Regionale, che su Facebook al Sindaco della sua città “adottiva” non gliel’ha certo mandata a dire (vedi sotto)
Ma d’altronde questa è gente di un’altra pasta e di un’epoca in cui la politica era anche coraggio e l’imbarazzo non era proprio contemplato, nè tantomeno il ‘nascondismo’
Tito ha annunciato anche, in un altro post, di essere al lavoro su un nuovo libro in cui ripercorrerà la storia aretina degli ultimi 40 anni.
Vedrete che su Gelli qualche pagina, o perfino qualche capitolo, non mancherà di certo
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Purtroppo in questi giorni Arezzo è alla ribalta delle cronache nazionali, sempre per fatti negativi, da quelli relativi a Padre Gratien rinchiuso nel carcere di S.Benedetto, quello sul crack di Banca Etruria, a quello sulla morte di Licio Gelli. Secondo me e l'ho messo apposta fra le cose negative, Gelli non ha dato lustro alla città di Arezzo ne all'Italia, anzi ha portato con se tanti misteri sulle questioni che ha ricordato Tito Barbini, il suo nome è associato alle più brutte vicende della storia repubblicana del dopoguerra e non solo, perché anche in America Latina ha contribuito all'affermazione del regime fascista di Videla e di altri Paesi. I frati di S.Maria di Arezzo non hanno accettato la salma di Gelli nella loro chiesa, giustamente, allora è stato portato alla Misericordia di Arezzo dove erano presenti i corrispondenti di molte TV, ma passando di li ho potuto sentire lo sfogo di un aretino che evidentemente non lo amava che soffermandosi ha detto " è proprio vero che la malerba non muore mai !"...viva la sincerità.
Doriano Simeoni
Un delinquente fascista, come solo loro hanno saputo e sanno essere ovunque operino, con l'aggravante che egli seppe tessere una rete oscura che strinse in una morsa larga parte della classe dirigente italiana e rischiò, come d'altra parte era scritto nel suo pubblico programma, di portar fuori l'Italia dal novero dei paesi avanzati e democratici.
Ancora non mi capacito del fatto che nella sua rete seppe stringere molti uomini dello stato delegati a difendere la legalità e la democrazia, a riprova del fatto che è sempre pericolosisiimo dare per definitivamente aquisiti certi valori socialie politici.
VIGILIAMO SEMPRE E OVUNQUE senza paranoie ma con molta attenzione