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Bob Dylan a Cortona? Sto bene anche senza

So che con questo articolo scatenerò una generale indignazione, e dico pure che l’avevo commissionato al Bastiancontrario ma nemmeno lui se l’è sentita di scriverlo. Pensate un po’ che roba. Ma non importa, lo scrivo lo stesso e accetterò tutte le critiche del caso. Il tema è Bob Dylan a Cortona questa estate al Cortona Art Festival. Il nome fu lanciato come “indiscrezione” sulla stampa il giorno prima della prima conferenza di lancio del sostituto del Tuscan Sun, sul quale è al lavoro la casa editrice Feltrinelli, insieme con la Regione Toscana e col Comune, che più che altro (impressione forse erronea) pare stia ad aspettare la lista dei grandi nomi che gli altri due soggetti stileranno.

A parte il fatto che secondo me questa voceria su Dylan si rivelerà una bufala, voglio comunque dire che preferirei qualcosa di diverso.

Non nego che con Dylan Cortona entrerebbe davvero nella storia e che di questo concerto se ne parlerebbe ovunque. E’ vero anche che tale live verrebbe ricordato in aeternum come uno dei più grandi eventi (o forse il più grande) mai visto nella città etrusca. Dylan rappresenta un pezzo di storia fondamentale della musica e della cultura mondiale. Vero. E’ uno di quei tizi (insieme ai Beatles, Hendrix, gli Stones…) che hanno davvero cambiato il mondo negli anni 60.

Ma i suoi recenti concerti italiani (anche a Firenze) sono stati a mio avviso (pura opinione personale!!!) la dimostrazione che ormai si tratta di un artista a fine carriera. Mi è apparso senza voce e senza voglia, fiacco e con poche idee. Magari mi sbaglio, ma se proprio bisogna prendere un anziano allora si punti su qualcos’altro, su qualcuno che ancora ha tanto da dire, o perlomeno che sul palco riesce a metterci un po’ più di grinta, e che magari non si rivede in Italia da tanti anni.

Ma il problema principale che intravedo è che Dylan darebbe un segnale di impostazione verso il vecchio, mentre invece credo sia meglio guardare al nuovo. L’impostazione al vecchio segna un po’ troppo le principali rassegne musicali italiane, questo è un dato evidente, e non si può giustificare tutto con la frase “la musica di un tempo era troppo meglio rispetto a quella di oggi”. Sono il primo ad amare principalmente la musica degli anni 70, tanto da prendermi spesso gli strali di alcuni amici meno “retrò” nei gusti, ma penso comunque che fare musica e fare cultura non può significare solo celebrazione di quello che c’è stato (e Dylan è stato immenso), ma anche diffusione di quello che c’è adesso e potrà esserci fra vent’anni. E preferirei che si parlasse tra vent’anni a Cortona del concerto di un artista o di una band ora giovane e poi mostro sacro al pari di Dylan. Darebbe ancora più onore e gloria alla città.

Ma tanto, lo ripeto a costo di essere smentito dagli eventi, Dylan non verrà, e anche questo articolo non tarderà a diventare inutile

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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  • in effetti considerando che le ultime celebrità (Sofia Loren, Robert Redford, Anthony Hopkins e anche Sting) non sono proprio all'apice della loro carriera, non vorrei che Cortona diventasse una specie di isola dei famosi... :)

  • Come quasi sempre condivido il pensiero del caro Lupetti. Tuttavia vorrei spezzare una lancia a favore della scelta (che sia Dylan o un'altro artista dal passato glorioso è lo stesso). Cortona ha bisogno di richiamo internazionale, puntando sui giovani e sul nuovo si rischia di portare gente sì, ma non quel tipo di turismo che gioverebbe alla città. Credo che si voglia convogliare un certo tipo di clientela, colta, benestante, con buongusto, e non a torto secondo me. Un festival trampolino di lancio sarebbe ottimo dal punto di vista artistico, ma richiamerebbe giovani, versatili, pratici, da panino e Coca Cola per intenderci. Non è questo che farà parlare di Cortona sul NY Times, non porterà in città nemmeno americani abbienti che magari si trovano in vacanza nei paraggi, non avrebbe un immediato riscontro. Eventi collaterali potrebbero invece arricchire il panorama culturale estivo. Insomma, una cosa non esclude l'altra.

  • Ragazzi, stiamo parlando dello Shakespeare contemporane..di Bob Dylan...ovvero del passato, del presente e del futuro...il più grande di tutti i tempi..quello che continua a reinventarsi e a rinnovarsi..quello che ha una voce che ha cantato tutto e occhi che hanno visto di tutto ma che deve ancora raccontare e vedere. L'artista che studiano e studieranno nelle scuole...un candidato Nobel, un premio Pulitzer e altre decine di riconoscimenti che solo una rock star come lui, che ha saputo cambiare il linguaggio e il costume si merita..non vi capisco davvero!!!!

  • Esatto, Sig. Lupetti . . . il suo articolo è la quintessenza dell'inutilità . . . Se vuole cose nuove le consiglio vivamente Arisa e Marco Mengoni, Lei se li merita davvero . . . Se poi vuole entrare a tutti i costi nella storia, si spari nello spazio e ci rimanga, togliendo così un grande fastidio all'intera umanità.

  • Definire Dylan "old", non anagraficamente, è come minimo fuori dal rispetto della qualità creativa. Non sono di Cortona ma auguro a chi vive in quella zona di avere il piacere e l'onore di poter assistere alle performance di chi ha creativamente molto da dire. Molto anche a quelli "young" che necessariamente si rifanno agli "old" come Bob e, magari, prendono spunto oggi da quello che lui crea, OGGI.
    maurilio.

  • Gentile(?) Sig. Giovanni Maria Varese, il "Sig. Lupetti", ha espresso soltanto la sua opinione che può benissimo non essere condivisibile. Lo spazio dei commenti esiste proprio per esprimere la propria opinione a patto però che sia costruttiva. Legga a tal proposito il mio articolo:
    https://www.valdichianaoggi.it/blogs/il-bisbetico-donato/tuscan-sun-festival-l-opinione-del-bisbetico-donato-7104404.html
    Il suo commento, oltre ad essere violento nei toni, è anche decisamente presuntuoso dato che con le sue parole "togliendo così un grande fastidio all'intera umanità" lei si auto-proclama interprete universale del pensiero mondiale.
    Mi auguro che il suo prossimo commento sia più sobrio.

  • Che significa "impostazione verso il vecchio" riferito quindi a Dylan. I testi e la musica di Bob Dylan non sono un impostazione al vecchio, sono sempre attuali ora e in futuro. Che significa la sua opinione del concerto su Dylan a Firenze in questo contesto? e' la sua opinione... allora io metto al pari della sua la mia di opinione dicendo che Dylan a Roma e' stato fenomenale e che ha fatto un rock straordinario, cosi'pareggiamo il giudizio. Il mio pensiero vale quanto il suo,giusto? E poi e' una vita che dicono che Dylan e' finito e sempre con questa tiritera e quando faceva il gospel era finito,e quando faceva country era finito e quando faceva altro era finito. E basta,no?
    Comunque se Dylan sara' a Cortona... io dico che ci sara'

  • Una battuta, visto che mi si consiglia di "lanciarmi nello spazio"...ho sempre sognato di fare l'astronauta. Per il resto sapevo di poter suscitare polemiche, e le accetto, limitandomi a constatare che l'amore per un artista quando diventa fede incondizionata crea forme di "fondamentalismo" contro le quali ogni argomentazione è inutile. Io, fortunatamente, non sono mai stato un fondamentalista di niente, se non della libertà di pensiero, la stessa che tanto ha propagandato Dylan ma che evidentemente non è patrimonio di alcuni suoi fedelissimi

  • Stiamo parlando di una persona che con le sue canzoni ha dato la speranza a milioni di giovani, che si è opposta a guerra e razzismo, Uno dei cantautori piu importanti di tutti i tempi. Comunque non mi meraviglio più, gente come questo preferirebbe chiamare Justin Bieber.

  • Sono tra quelli che la pensano come Lupetti, Il che non significa non riconoscere Dylan, ne togliergli nulla, ma apprezzarlo per quello che ha fatto e ricordarlo nei momenti migliori.
    E poi ai suoi concerti in Italia, più che colti e raffinati spettatori americani, mi sembra di vedere molti tristi sessantenni con i 4 capelli rimasti raccolti in una lunga coda unta, mentre si fumano una canna aspirata trai tenti ormai neri.

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Michele Lupetti

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