Scorrendo i risultati dei ballottaggi, nelle grandi città italiane come in provincia di Arezzo, la sorpresa è enorme. Pure per uno come me che di campanelli di allarme per il PD ne ha sentiti e segnalati tanti negli ultimi anni, venendo spesso relegato nel gorgone dei gufi – disfattisti messi all’indice come nemici del popolo dagli alfieri del ‘va tutto bene‘.
Eppure mi sorprende vedere la Raggi stravincere a Roma, Fassino sconfitto a Torino e Sala che vince di misura a Milano, calcolando che fino a qualche settimana fa avrebbe dovuto dominare e il capoluogo lombardo ha comunque perso una bella esperienza di governo come quella di Pisapia, sacrificato (follemente) nei mesi precedenti (un po’ come Marino a Roma, ma con ancora meno colpe)
E ancora colpisce la proporzione della sconfitta in Provincia di Arezzo: a Sansepolcro Cornioli, un centrista sostenuto da un aggregato civico con dissidenti PD usciti molti anni fa dal partito, la sinistra e qualche spezzone di centrodestra schianta la Sindaca uscente Frullani mentre a Montevarchi, dopo l’eliminazione alle primarie del Sindaco uscente Grasso, la candidata di centrodestra Chiassai domina Ricci, candidato del centrosinistra di provenienza PSI
L’impressione generale è che in questo momento l’elettorato partecipi poco (l’affluenza non arriva al 60%) e comunque lo faccia in modo sempre più “calcistico”. Risultati così schiaccianti ci dicono una cosa sola: chi non è del PD è pronto a votare chiunque pur di vederlo sconfitto. E infatti Centrodestra e 5 Stelle ai ballottaggi si votano tranquillamente l’uno con l’altro, qualsiasi aggregato civico miete successi purchè creato in funzione anti PD e addirittura a Sesto Fiorentino gli elettori grillini e di centrodestra sono arrivati a votare il candidato di Sinistra Italiana pur di respingere quello del PD (battuto 60 a 40)
Questo atteggiamento (votare “Contro” piuttosto che “per”) è un limite per la democrazia italiana.
Ma chiediamoci perchè si arriva a compiere scelte di questo tipo, che sembra si possano confermare (con sconfitta del PD) anche in caso di ballottaggio per le elezioni politiche, come prevede l’Italicum
E’ il PD stesso, oggetto di questa marcata e feroce avversione, ad avere molte responsabilità. Prima di tutto perchè ha smesso di essere un Partito, creando le condizioni per il suo tracollo.
Il “ricambio – rottamazione” di questi ultimi 3 anni, aldilà di Renzi che pure mantiene il suo appeal (anche perchè mancano sparring partner adeguati), è consistito nei territori nel roboante arrivo sulle scene di un esercito di sordi fenomeni del selfie che credevano che si potesse fare politica facilmente, con poche mosse furbe e qualche tweet, dimenticandosi di tutto il resto, tipo avere qualche idea, dire qualcosa che avesse un contenuto reale e soprattutto saper fare veramente qualcosa. E’ stata un’ondata modaiola: chi ha saputo cavalcare l’onda si è fatto strada sbaragliando ogni resistenza, anche perchè in pochi si sono opposti e parecchi hanno messo la testa sotto la sabbia (o addirittura hanno rimediato un surf e, seppur maldestamente, hanno provato a stare sull’onda anche loro)
Purtroppo l’onda, che tirava solo al peggio, s’è fermata ben presto, perchè le mode per loro natura durano poco e perchè l’arroganza non paga, specialmente quando ci si siede nelle stanze di comando e il potere bisogna saperlo esercitare. Ci sono stati errori, atteggiamenti sbagliati (molto spesso supponenti) e nel frattempo tanti che erano rimasti a bocca semi-asciutta sono andati velocemente a cercar fortuna altrove (si notino le sempre più frequenti assenze di tanti consiglieri comunali PD, anche nei nostri comuni…gente che s’è già stancata…)
Ecco che adesso ci appare davanti, in Italia come nei singoli territori, uno scenario di devastazione che non è un problema solo del PD, ma della democrazia in Italia. Da un lato un contenitore che in soli 3 anni si è svuotato, in cui si fronteggiano varie bande ormai tafazziane con forze umane e potenzialità reali sempre più esigue, dall’altro un esercito di persone che sono pronte a tutto pur di vederli sparire, anche a fare patti che in confronto il Molotov – Ribbentropp era robbetta
ps La Provincia di Arezzo, qualora dovesse sopravvivere, è ormai in mano al centrodestra per il meccanismo del voto indiretto e ponderato. Inoltre quattro “capoluoghi” di vallata su 5 (Arezzo, Bibbiena, Montevarchi, Sansepolcro) non sono più del PD. Insomma: di centrosinistra c’è rimasta solo la Valdichiana…