Gli ultimi fatti di cronaca accaduti nel nostro territorio (è di ieri l’ennesimo iinvestimento di un giovane a Rigutino, lungo la SR71) impongono un ripensamento della questione-autovelox, in tempi brevi e secondo una logica che vada esclusivamente in direzione della tutela della sicurezza. Ormai da molto tempo quasi tutte le postazioni fisse installate via via nel corso degli anni sulle nostre strade sono state quasi completamente “congelate” su ordinanza del Prefetto, per questioni strettamente legate a “vuoti” e incongruenze normative.
L’impasse scaturita da quel provvedimento perdura tuttora, non certo per colpa di chi emise l’ordinanza, e lascia la situazione in un limbo assolutamente intollerabile. Oltre a ciò fra le cose “proibite” o comunque difficili da installare rispettando tutte le norme e i cavilli vari rientrano anche molti altri strumenti più blandi come i dissuasori, i led indicatori di velocità e altro ancora.
A rimetterci è proprio la sicurezza degli automobilisti e dei pedoni e proprio per questo credo che sia il momento di prendere con serietà la situazione in mano e trovare una soluzione.
Proprio le postazioni fisse, per quanto foriere spesso di frenate all’ultimo secondo seguite da assurde sgassate non appena superato l’indesiderato occhio fotografico, in un certo senso “abituano” a rallentare inducendo quindi in chi utilizza con frequenza le stesse strade la buona pratica di andare più piano.
Il ritorno in attività delle postazioni fisse sarebbe indubbiamente la soluzione più utile e meno “carognesca” di tutte. A meno che non si preferisca trasformare gli autovelox da strumenti per la sicurezza stradale in mezzi di tassazione della popolazione, intendendo il ruolo delle forze di Polizia locale alla stregua di quello degli sceriffi di un qualche Far West di Leoniana memoria
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