{rokbox title=| :: |}images/bassaentalpia.jpg{/rokbox}“E’ come un treno che è passato, con un carico di frutti…eravamo alla stazione si, ma dormivamo tutti”
Si parla tanto in questi giorni, sulla scorta di un tema lanciato dal Corriere di Arezzo in scia ad un progetto promosso dalla sezione provinciale di Confindustria, di geotermia in Valdichiana. Come scritto anche nel nostro sito l’opzione geotermica risulta applicabile con possibili ottimi risultati alla Valdichiana e sarebbe un modo per produrre energia a costi bassissimi, sfruttando il calore interno alla crosta terrestre, con zero impatto ambientale. L’ipotesi di Fedora Quattrocchi, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Fisica e Vulcanologia, è quantomeno affascinante ed invita tutti a pensarci un po’. La tesi è stata sposata anche dall’assessore all’innovazione del comune di Arezzo Emiliano Cecchini, intervistato da Alessandro Veltroni, che ha assicurato che la soluzione geotermica è più che percorribile e anzi, permetterebbe di “surclassare le biomasse” (che tanto antipatiche stanno ai comitati) creando anche, grazie all’indotto, un bel po’ di posti di lavoro.Adesso, di fronte a questa proposta lanciata da soggetti autorevoli che non sono certo inseribili nel campo dell’ambientalismo ciarlatano, c’è da pensare a come comportarsi. Magari non tutto quel che luccica sarà oro, ma l’ipotesi ha una sua valenza. La politica, e più in generale l’amministrazione della “res publica”, è noto che dovrebbe fondarsi sul principio secondo cui si debba operare per il bene della collettività. Su questa strada quando arrivano idee e proposte si dovrebbe essere capaci di valutarne la fattibilità e, se le idee si rivelano buone, fare di tutto per trasformarle in realtà. Come detto l’idea lanciata da Confindustria è più che buona e permetterebbe ad Arezzo e alla sua provincia, e in particolare alla nostra vallata se è vero che è “in pole position” per le geotermie, di diventare leader in questo campo, anticipando tutti gli altri. In Valdichiana però finora fra divisioni politiche, sollevazioni popolari e incertezze abbiamo perso tante occasioni. Adesso ci si scanna a discutere di biomasse, comincia il dibattito sulla nuova ipotesi di riconversione della ex-Sadam, forse arriverà una grande centrale fotovoltaica a Cortona, si discute di piano energetico di vallata (di cui aspettiamo notizie) e ci si scorda tutto il resto e le tante idee viste in questi ultimi anni che sono rimaste idee. Pensiamo ad esempio all’eolico, sostenuto almeno all’inizio con troppa poca convinzione da amministratori locali divisi in microscopiche faide salvo poi (tardivi) ripensamenti. Adesso, forse, si presenta un’altra occasione di quel tipo per ‘arrivare primi’ in qualcosa. Proviamo a pensarci, o altrimenti fra “Pisoni” di turno, sindromi NIMBY e invidie politiche si rischia di vedersi passare un altro treno davanti senza fare nulla per salirci.Si sa come Umbria Jazz, in ormai dieci lustri, abbia portato a Perugia e dintorni,…
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