Ancora un bel weekend in quel di Cortona, dove fra le molte manifestazioni si è distinta “Cortonesi nel Mondo”, promossa dalla neonata Associazione Dardano e scaturita da un’idea lanciata alcuni mesi fa dall’amico Fabio Comanducci e da altri che fanno parte del gruppo Facebook “Sei di Cortona se…”.
Da venerdì fino a domenica si è dipanata una serie di eventi che hanno combinato “sacro e profano” mescolando all’interno di una cornice di “cortonesità” varie sfumatore di colori fatti di ricordi, riflessioni, tradizione e futuro. Tutto questo in modo inedito e, credo non solo per me, stimolante.
Partita come “remake” di un’idea realizzata 40 anni prima (il “Ritorno al paese natale” di cui fu animatore Giorgio Comanducci, padre di Fabio) “Cortonesi nel Mondo” ha raccolto una buona partecipazione e ha indicato una via interessante per future attività che, a quanto mi pare di aver capito, intendono stare nel solco della valorizzazione delle nostre migliori risorse, invitando alla riflessione e alla salvaguardia della nostra più reale essenza, rafforzando il sentimento di amore, affetto e il senso di comunità fra i cortonesi.
Un intento nobile e scevro da altre finalità che è emerso con evidenza anche nell’incontro che approfondiva il tema del turismo e dei suoi effetti sulle città a cui hanno preso parte, oltre a Fabio Comanducci, il prof. Marco D’Eramo, autore di “Il selfie del mondo”, il Sindaco Basanieri (che è anche Responsabile Turismo di ANCI Toscana) e Mario Aimi.
Devo dire che ho seguito con interesse apprezzando molto che, con molti più numeri e dati concreti frutto di esperienze, gli interlocutori abbiano evidenziato una serie di problematiche legate al rapporto fra turismo e città a cui spesso nel corso degli ultimi anni era stato fatto accenno su queste pagine.
Mi sento di condividere in pieno sia l’analisi dell’attuale situazione sia l’auspicio, che certo dovrà sempre più essere seguito da fatti, di continuare a promuovere il turismo come grande risorsa, ma regolandolo e rendendolo più efficiente, mantenendo nel contempo le città vive, andando a colpire l’approssimazione, le irregolarità e l’economia sommersa, favorendo chi rispetta le regole e soprattutto rispetta i luoghi dove va ad operare.
Lavorare per mantenere un’autenticità che non sfoci mai nella rappresentazione quasi teatrale di qualcosa, ma sia la narrazione di un’essenza davvero esistente, è una priorità che credo ogni comunità debba far propria.
Chiudo poi con un ulteriore apprezzamento per il “Non finisce qui” con il quale Fabio Comanducci ha salutato gli intervenuti. Ciò significa che avremo altri appuntamenti simili nei prossimi mesi… e credo che tutto questo sia un bene.
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