Con le primarie PD per il Comune di Arezzo si è chiuso l’anno 2014 della politica locale: ha vinto come previsto il 30enne campione del renzismo Matteo Bracciali col 48% dei voti davanti a Luciano Ralli col 31% e Stefano Gasperini, attuale ‘pro-Sindaco’, terzo e ultimo col 21%. Hanno votato poco più di 5.000 aretini che di fatto, vista la probabile assenza nella tornata elettorale di Maggio 2015 di competitor all’altezza, hanno deciso stasera il prossimo Sindaco di una città che (è bene ricordarlo) conta oltre 100mila abitanti
L’affluenza, nonostante le primarie gratis, il voto ai 16enni con seggi in ogni dove, i volantini fighi e le campagne elettorali molto cool, è stata inferiore a quella registrata in precedenti tornate simili come ad esempio la sfida Bersani – Renzi (fine 2012)
Poco più di 2500 i voti per Bracciali che non ha raggiunto la maggioranza assoluta dei consensi: Matteo è un giovane molto dinamico, iperattivo, intelligente e politicamente scaltro, ma evidentemente (se tralasciamo il gran ciarlare dei lacchè in cerca di sistemazione su facebook) non è riuscito a suscitare gli entusiasmi del suo omonimo Renzi, raccogliendo una vittoria meno clamorosa del previsto
Motivi di questa vittoricchia? Forse il legame a doppio filo con Renzi, che se da un lato è la fortuna di Matteo dall’altro lo ha probabilmente privato di uno spazio autonomo. In questa lettura il consenso limitato a 2500 aretini può essere letto come la conferma per chi teorizza un certo attuale ‘stallo’ renziano, se non addirittura di un po’ di disillusione già serpeggiante, generatrice di crescente disinteresse, come già emerso col drammatico 30% di votanti alle regionali in Emilia e Calabria
Sorpresa notevole per il secondo posto: l’outsider Luciano Ralli ha battuto Stefano Gasperini.
Questo dato, oltre a sancire il valore di Ralli, un dark horse che in questa mini-campagna elettorale ha trovato una sua identità e ha saputo farsi valere, conferma quanto governare al giorno d’oggi sia molto poco popolare. Gasperini si è trovato nel difficile compito di sostituire il Fanfani dipartito per Roma e di fatto ha pagato la sua posizione (scomodissima) di pro-Sindaco in una Giunta molto poco performante, in un momento allucinante per chi amministra i Comuni.
Oltre a ciò è ormai evidente che chi si ritiene di sinistra deve avere il coraggio di esserlo fino in fondo: nel PD c’è ormai solo Renzi e il suo stuolo di emulatori o di quelli che prima non erano renziani ma poi lo sono dovuti diventare perchè tengono famiglia, per tutti gli altri non c’è altro ruolo che quello dei comprimari, che continuando a restare in bilico fra la necessità di differenziarsi e cercare (al contrario) di abbozzare per non arrivare allo scontro frontale finiscono solo per perdere credibilità
Ma stiamo parlando, lo ripeto, di 5mila persone. E di 2500 di questi che sono renziani e, di conseguenza, braccialiani. Vero che nessun altro partito potrebbe sperare, oggi, di portare 5mila persone a votare, ma sempre di 5mila si tratta. A tutti gli altri di queste primarie, evidentemente, è fregato davvero poco