Una delle ricorrenze più significative del 2014 appena iniziato riguarda il 70esimo anniversario dalla Liberazione: nei giorni a cavallo fra fine Giugno e inizio Luglio del 1944 le truppe alleate (principalmente inglesi) giunsero infatti, nel corso della risalita della penisola italiana verso Nord, anche nei borghi della nostra Valdichiana e ad Arezzo. Quei giorni, e quei “passaggi”, significarono per la popolazione locale la fine di un momento di grande difficoltà, ponendo fine all’occupazione militare tedesca che ebbe con sè da un lato una serie di episodi cruenti, ma anche i bombardamenti dell’aviazione alleata.
Da lì comincio una nuova storia per l’Italia, e anche per la nostra Valdichiana, base per tutto quello che è venuto dopo e tuttora stiamo vivendo
Detto questo torna a sottolineare, come già fatto alcuni mesi fa, l’importanza di ricordare in modo adeguato questo momento storico. Rinnovo quindi l’appello prima di tutto alle amministrazioni comunali, ma anche a tutte le associazioni e i vari soggetti che operano nel nostro territorio in campo culturale, a promuovere una serie di iniziative in direzione del ricordo.
Le occasioni per creare qualcosa che non sia autoreferenziale, banale, già visto e/o di scarso interesse a mio avviso ci sono: oltre alle iniziative “dedicate” sarebbe interessante inserire il 70esimo della liberazione anche all’interno di manifestazioni già esistenti e programmate, come per esempio i vari festival
Vi è quindi a mio avviso la possibilità, esercitando la creatività, di trasformare quella che è una doverosa necessità in un’occasione per aumentare ulteriormente la qualità, l’utilità e l’interesse di determinati appuntamenti culturali. La nostra testata offre sin da ora a tutti (Comuni, associazioni e privati) alla più totale e piena collaborazione
n.b. foto Lamentini, l’entrata in Cortona delle truppe inglesi, Luglio 1944
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Sono d'accordo con Lupetti. Nella mia città di origine, Reggio Emilia, il Comune sta preparando da tempo alcune iniziative nelle scuole. Chissà che Cortona on the Move o altri eventi, non rendano il giusto ricordo di un momento splendido della nostra storia italiana.
Con 113 Basi militari americane in Italia siamo un paese occupato militarmente e colonizzato culturalmente. Dal 1945 le varie guerre e conflitti che si sono succeduti nel mondo hanno prodotto più morti della seconda guerra mondiale. Sarebbe bene recuperare la memoria e studiare bene cosa successe nelle radiose giornate della "liberazione". Una mattanza di uomini e donne indifese. Un giornalista coraggioso, Giampaolo Pansa, che viene dalla Sinistra ha fatto piena luce su assassini ed atrocità compiuti dai partigiani. Furono molti i sacerdoti massacrati dai comunisti in odio alla Fede. Non c'é proprio nulla da festeggiare.
Caro Mauro come capirai rileggendo il mio articolo non vi è sfumatura di giudizio storico in quel che ho scritto:
"Quei giorni, e quei "passaggi", significarono per la popolazione locale la fine di un momento di grande difficoltà, ponendo fine all'occupazione militare tedesca che ebbe con sè da un lato una serie di episodi cruenti, ma anche i bombardamenti dell'aviazione alleata.
Da lì comincio una nuova storia per l'Italia, e anche per la nostra Valdichiana, base per tutto quello che è venuto dopo e tuttora stiamo vivendo"
Come noterai si parla di "ricordo" e non di "festeggiare", mi sembra quindi un termine abbastanza neutro per quanto il mio giudizio personale (che non ho espresso) sia come puoi immaginare molto lontano dal tuo
Detto questo il suggerimento che mi permetto di farti è di lanciare una tua proposta
Perfettamente in accordo con Michele.Si dice che l'intelligenza si misura con la capacità che abbiamo di far tesoro delle esperienze passate,e il 70 anniversario della liberazione non deve essere patrimonio di pochi,dà ambedue le parti ci sono stati morti,(anche se non in uguale misura) ma non È questo ciò non che conta.È importante invece il momento di confronto sereno,ricordando che abbiamo rischiato la guerra civile e ne siamo usciti,riuscendo a superare un periodo non certo facile per nessuno.Questo é ciò che dobbiamo secondo me cercare e non fomentare odio come dice lei Sig.or Turenci
Anche Mauro legge Pansa? Mi fa piacere davvero!!! Sul profilo facebook di Forza Italia Cortona c'è una bella frase di Martin Luther King che dice: _Non è necessario dichiarar guerra per farsi dei nemici, basta dire quel che si pensa. E Dio solo sà quanti nemici si fatto Pansa per aver detto quelle verità taciute sui massacri fatti dai cosiddetti partigiani.... "Cosiddetti" perchè i veri liberatori non facevano massacri di gente comune solo perchè la pensavano in maniera diversa ad loro. Quelli erano criminali e basta!!!
Ma la sfida proposta da Michele mi stuzzica e mi piace, perchè forse, a 70 anni di distanza, è ora di ragionare da popolo definitivamente pacificato e concentrarci per il nostro futuro. Insomma è ora che gli italiani recuperino un'identità nazionale comune, per evitare di finire sbranati dall'Eurogermania mentre noi ancora stiamo qui a disquisire di antifascismo e di liberazione!!! Proprio come i polli di Renzo, che si beccavano tra loro, mentre erano destinati ENTRAMBI a finire in pentola!!! Ciao a tutti
Caro Alberto, nella "Storia della Guerra Civile in Italia" di Giorgio Pisanò, pubblicata negli anni '60, era possibile conoscere il punto di vista di chi aveva perso la guerra ed era stato coinvolto in avvenimenti terribili e poco noti avvenuti dal 1943 al 1945 e, purtroppo, a "liberazione" avvenuta dopo il 25 aprile. Molto prima dei libri di Pansa, quindi, era possibile conoscere episodi poco noti attraverso la testimonianza di chi li aveva vissuti. Ho sempre letto molto e ho cercato di farmi un'idea della Storia ampliando gli orizzonti e non limitandomi alle pagine del Camera Fabietti, testo sacro molto diffuso nelle scuole. Non si tratta di fomentare l'odio perché in questo modo non si costruisce niente. Si tratta di arrivare ad una vera pacificazione attraverso una memoria condivisa. E' un'impresa ardua ma non impossibile. Raccolgo la sfida di Michele e mi appresto a lanciare la mia proposta attraverso questa testata, partendo dal nostro territorio.
Signor Turenci, nella sua animosità bibliografica immagino abbia letto e voglia senz'altro includere, oltre ai testi da lei citati, l'opera seria e rigorosa di uno storico come Claudio Pavone, Una Guerra Civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza della Bollati boringhieri Editore. Se non avesse letto quest'opera, la invito a farlo. In paesi "abbastanza" civili (condivide?), dal punto di vista democratico e storiografico, come Regno Unito, Stati Uniti, Germania sarebbe assai difficile trovare dispute sulla questione della legittima difesa in periodo di atrocità come quello della guerra da parte della popolazione occupata, ma noi siamo italiani e tutto è da discutere. Comunque la democrazia è un bene troppo prezioso e da difendere, grazie anche all'opera di tante persone che dopo la dittatura fascista ci hanno riportato
a pieno diritto nella Democrazia vissuta liberamente
Signora Biancamini,
la prego di credere che non sono "animoso" ma semplicemente animato dal desiderio di conoscere aspetti della storia controversi e taciuti. Converrà con me che l'attuale sistema politico è antifascista e figlio della resistenza. Mi verrebbe da aggiungere che è profondamente ingiusto ed ha prodotto una casta politica rapace,autoreferenziale e screditata, incapace di rinunciare ai propri privilegi. Lei è contenta? Pur profondendo il massimo impegno, non riesco ad assaporare la libertà e la democrazia che, secondo lei, bisognerebbe difendere.
Pensi a quanto la Democrazia, grazie anche alla lotta al nazifascismo, abbia riservato un futuro ai nostri emigranti in paesi dove la Democrazia è matura come Inghilterra, Stati Uniti e, diciamolo, Germania. Il problema siamo noi, non la Democrazia. Lei rimpianga pure il Fascismo, io no, e in Democrazia ognuno può vivere, nel rispetto degli altri, la propria idea. Forse a lei sembrerà insignificante, a me pare una cosa meravigliosa