Le mura di Cortona rappresentano un patrimonio storico-archeologico unico ed ineguagliabile. In particolare, il perimetro difensivo originario, quello di manifattura etrusca, costituisce uno degli esempi più rilevanti di fortificazione continua dell’Etruria settentrionale. In tutto tre chilometri circa di mura che, sul basamento etrusco, hanno visto realizzarsi innalzamenti e consolidamenti in epoca romana e poi medioevale.
Porte di accesso alla città si aprono lungo la cinta difensiva cortonese e raccontano di invasioni subite e di vittoriose cacciate di nemici dalla città, di incontri storici e di arrivi di future sante.
Queste mura, che hanno resistito ai secoli, oggi si trovano ad affrontare una minaccia insidiosa, quella delle erbacce, che stanno radicandosi tra le antiche pietre rischiando di mimarne la stabilità.
Già l’anno scorso, ad ottobre, il consigliere Nicola Carini, di Futuro per Cortona aveva lamentato, in sede di Consiglio comunale, la mancata manutenzione ordinaria delle mura di cinta riferendosi in particolar modo alla parte “..a valle, da Via gioco del pallone fino a Piazza Mazzini che comprende ben 4 porte d’accesso alla città e rappresenta il primo impatto che i visitatori hanno con Cortona“.
Lo stato delle mura cortonesi, però, risulta più grave mano a mano che da Porta Colonia si sale verso Santa Margherita e Porta Montanina. La parte medievale della cinta difensiva è la più mal ridotta. Qui i rampicanti, l’edera in particolare, hanno completamente coperto mura e torri di avvistamento. Una giungla di erbacce che farebbe temere improvvisi e imprevedibili cedimenti (di pompeiana memoria!).
Rispondendo alla richiesta di intervento sulle mura l’Amministrazione comunale l’anno scorso aveva rassicurato di essere impegnata nella ricerca di “consistenti finanziamenti” per il “recupero e la salvaguardia di questo importantissimo bene storico-artistico” sottolineando che “la concreta attuazione di interventi risolutori sulla vegetazione richiederebbe l’ausilio di mezzi e di finanziamenti che, data anche la mole e la lunghezza della cinta muraria, non rientrano nell’attuale disponibilità dell’Amministrazione“.
La questione era stata sottoposta, sempre lo scorso anno, in marzo, prerfino all’attenzione del Ministro Franceschini attraverso una interrogazione dell’onorevole Gian Marco Centinaio di Lega Nord. Il Ministro, preso atto dello stato delle mura Cortonesi, proponeva di inserire eventuali interventi di recupero delle mura nel più ampio progetto di valorizzazione del patrimonio archeologico cortonese che vede già interessata l’area del Sodo.
“Ci sarebbero i fondi europei a cui provare ad attingere”, ricorda il Consigliere Carini o, ancora, i proventi della tassa di soggiorno, che, come ci rammenta l’On. Centinaio nella sua interrogazione parlamentare ” … dovrebbero essere utilizzati prioritariamente per interventi di riqualificazione dei beni archeologici e culturali come appunto le mura etrusche“.
Si potrebbe pensare di impegnare i volontari del progetto “Cortona bene comune” in un piano di manutenzione e recupero delle antiche mura che preveda anche la realizzazione di percorsi turistici lungo il perimetro difensivo di Cortona coinvolgendo, così, le categorie sociali più deboli in un programma mirato al “bene” della città.
Nel frattempo si è provato a tamponare l’emergenza dei tratti murari più a rischio con qualche transenna e un’ordinanza che invita a tenersi a distanza per pericolo crolli confidando nella possanza delle cinta muraria cortonese affinchè superi indenne un altro inverno.