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Le incertezze e non i tagli sono la tomba del fotovoltaico

Quinto conto energia sì quinto conto energia no… In questi giorni è girata una fantomatica bozza di lavoro del ministero che poi pare sia invece partita da ENEL su cui sarebbe interessante parlare, ma su cui non voglio soffermarmi: potete trovare maggiori informazioni in questo sito. La cosa interessante, però, è che, sia che questo nuovo decreto si faccia o non si faccia (saremmo al quinto decreto in 6 anni e al terzo in un anno e mezzo…), l’aspetto più evidente è l’incertezza che regna sovrana.

 

Si sono succeduti QUATTRO conti energia dal 2006 a oggi, con una media di un conto energia ogni anno e mezzo, compreso un periodo di 2 mesi fra marzo e maggio 2011 in cui era stato azzerato il terzo conto energia e non era ancora uscito il quarto.

A questo, poi, si è aggiunto un continuo aggiornamento delle regole di connessione alla rete elettrica, delle regole di autorizzazione urbanistica, le quali hanno anche sofferto anche di scarsa uniformità e incoerenza di interpretazione da parte degli Enti locali, e l’esclusione improvvisa di taluni tipi di impianto dall’incentivazione.

Insomma: questo per darvi una piccola idea della profonda e variegata incertezza che ha pervaso il settore.

Incertezza cronica che è stata metabolizzata sia dagli enti finanziatori e sopratutto dalle aziende. E questo significa che la maggior parte delle aziende non ha più fiducia sulla stabilità normativa e perciò non sente di avere un orizzonte sufficientemente lungo su cui programmare investimenti e anche se lo volesse probabilmente non troverebbe l’appoggio delle banche.

Non mi riferisco tanto alle aziende commerciali, che hanno un “modello di business” più “leggero” e flessibile, quanto a quelle che producono, cioè quelle che danno più lavoro, che creano più tecnologia: per programmare la nascita di un centro produttivo è necessario avere la capacità di programmare introiti e spese nell’arco di almeno 3-5 anni. Per queste aziende l’incertezza può rappresentare il male incurabile.

E probabilmente, per contro, questa stessa incertezza rischia di aver favorito proprio quelli che si volevano colpire con tutti questi cambi di norme: gli speculatori, che con i loro soldi hanno potuto saltare da un cavallo all’altro e costruire il proprio “parco impianti” senza eccessivi sbalzi.

Ora è importante che le norme rimangano stabili e sopratutto che si TRASMETTA fiducia a riguardo. Ciò non vuol dire che le tariffe non vadano ritoccate, ma se si ritiene che l’abbrivio dato al mercato e al tessuto produttivo in generale sia sufficiente o che non si debba più favorire la mera speculazione finanziaria è importante che si tagli sfruttando gli strumenti e i meccanismi che sono già stabiliti nell’quarto conto energia, senza dover mettere mano ancora alle regole. Altra incertezza sarebbe davvero fatale.

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti
Tags ambiente

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