L’argomento neve è ghiotto per più motivi, il primo è che in queste occasioni c’è una sorta di sospensione delle regole, i bambini fanno a pallate e gli adulti danno fiato alle critiche, di solito rivolte a comuni, protezione civile, aziende di trasporto, Enel, Aisa e chi più ne ha più ne metta. L’altro tema, leggermente più ponderato, è che questo gran casino conferma l’impreparazione del nostro paese ad affrontare qualunque tipo di imprevisto, basta un millimetro in più di acqua per provocare una alluvione, un temporale per causare una frana, un piccolo incidente per originare code chilometriche.
Il terzo elemento è che in situazioni come questa non siamo più in grado, pur dotati di tutte le tecnologie del mondo, ad affrontar a livello individuale e collettivo, tre, quattro, cinque giorni di difficoltà.
Chi vince è la banalità, si scopre che quando nevica oltre che sui tetti e sugli alberi la neve si posa anche sulle strade e dunque si viaggia male, sarebbe strano il contrario! Ed immancabilmente c’è sempre quello pronto a puntare il dito sulle responsabilità, la colpa non è dell’anticiclone e del vento siberiano, no, gli errori sono sempre e soltanto di chi amministra, in tutta sincerità questo balletto delle responsabilità alla lunga diventa stucchevole.
Il ministro Cancellieri dice una cosa ovvia, quando afferma “I Sindaci sono i primi responsabili” ma al concetto di responsabilità deve corrispondere quello di autonomia e autonomia significa avere in primo luogo strumenti e risorse. E’ fuor di dubbio che anche nell’emergenza le cose si possano fare meglio, la storia dei marciapiedi trasformati in trappole di ghiaccio è sicuramente un dimostrazione di scarsa efficienza. Così come andrebbe abolita un’altra abitudine che puzza parecchio di demagogia quella dell’amministratore spalatore, non se ne può più di sindaci e assessori con la pala in mano, è meglio che se ne stiano in ufficio a coordinare macchine e uomini piuttosto che ripulire un metro di asfalto, lo sanno tutti che passati i cinque minuti necessari per le foto se ne vanno. Detto questo io credo che il problema sia un altro, eventi come quello di questi giorni ci ricordano che questo paese vive sul filo del rasoio, in una emergenza continua. Si legge che da mercoledì ci potrebbero essere problemi per le forniture di gas, una settimana di freddo basta per mandare manda in tilt il sistema di approvvigionamento energetico di quello che ancora è uno dei paesi più industrializzati del mondo, una nevicata interrompe le reti della corrente elettrica e dei telefoni, il gelo blocca gli scambi dei treni e gli acquedotti. Allora viene spontaneo domandarsi ma che succede? Succede che si è privilegiato il soddisfacimento dei bisogni individuali rispetto a quelli collettivi, per cui diventiamo pazzi se per qualche giorno dobbiamo lasciare l’auto a casa ma non ci preoccupiamo se saltano uno a uno i bulloni che tengono insieme questo paese.
IL SANSEVERO