La storia politica locale insegna che senza l’appoggio del tessuto produttivo non si governa o perlomeno si governa molto male, senza solide basi per un consenso stabile e duraturo. Tanto per fare un esempio a Cortona, dal dopoguerra ad oggi, vige un sistema politico che in un modo o nell’altro (e nel bene e nel male) è sempre riuscito a godere dell’appoggio della maggioranza del tessuto produttivo, aziende private e commercianti, aldilà delle storiche frizioni coi commercianti del centro storico, parte comunque numericamente minoritaria in un comune così vasto. Dissenso peraltro andato scemando progressivamente nel corso degli anni
Allo stesso modo è però vero che senza prendere ogni tanto qualche decisione scomoda non si pone in atto alcun esercizio amministrativo, e che chi sceglie di governare piuttosto che vivacchiare non potrà mai non scontentare nessuno
Fatta la premessa, emerge con chiarezza dalle cronache il successo della serrata dei commercianti del centro storico castiglionese: si racconta di un paese spettrale e di una grande adesione alla manifestazione contro l’aumento dei parcheggi a pagamento. La categoria ha trovato la sua unità in un malcontento tradotto in un atto forte, ma misurato e disciplinato, dai cui sono state lasciate comunque lontane le sirene delle opposizioni politiche. La protesta,, e questo è un elemento importante, ha “sfondato” ed è stata condivisa da molta parte dei cittadini.
Che a Castiglioni il clima sia esacerbato oltre ogni limite e sia impossibile instaurare regole da politica “normale” è roba evidente da mesi e mesi: altrove una serrata di questo tipo probabilmente non sarebbe stata mai posta in essere. Castiglioni, inoltre, ha un consiglio comunale quasi paralizzato da un rapporto conflittuale fra maggioranza (eletta con una percentuale di voti minuscola) e opposizioni. Castiglioni, infine, è segnata dal dissesto economico, sul quale si attende ancora l’individuazione dei responsabili e di una possibile soluzione “di rientro” meno dolorosa possibile per la popolazione.
Compito dell’amministratore a questo punto non può essere altro che prendere atto del No che è arrivato per una decisione scomoda e forse rimandabile come quella contenuta nella delibera della giunta Bittoni.
Il comunicato uscito oggi, firmato dall’amministrazione comunale, apre a una “concertazione” che senza dubbio è l’unica soluzione possibile per stemperare gli animi, abbassare i muri, uscire dalle trincee, ricominciare in qualche modo a ragionare in modo produttivo, ripartendo tutti insieme. Aprire al dialogo e al confronto con tutti è quindi un atto che comporta una fatica immane, ma che non può più essere rimandato pena la completa e duratura paralisi di tutta la città.
Allo stesso modo sarebbe gesto importante, utile per togliere almeno in parte argomenti alle opposizioni, ammettere le responsabilità politiche delle passate maggioranze nel dissesto economico: un mea culpa traslato che costerebbe probabilmente poco in termini di dignità politica a Bittoni, ma che permetterebbe di recuperare credibilità, ponendo le basi di un “reset” non certo giudiziario ma perlomeno politico a questo punto necessario
Si sa come Umbria Jazz, in ormai dieci lustri, abbia portato a Perugia e dintorni,…
Convegni, tavole rotonde, degustazioni enogastronomiche, mostre fotografiche e documentali tutto dedicato all'animale simbolo della Valdichiana:…
“E io vado a mangiare dallo zio Ernesto!!” Scommetto che se solo avesse un ospitale…
È uscita la nuova guida di Condé Nast Johansens per una vacanza in una delle…
Nel genere da me e da tanti altri amato c’ è sempre stata la contrapposizione…
TOP TEN Mussolini il capobanda. Perchè dovremmo vergognarci del fascismo di Aldo Cazzullo,…