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La mia Adorata Ragazzina (parte prima)

In un’estate passata facendo la spola fra Firenze e il mio paesello chianino, fra pomeriggi di beach volley, Mojito serali, ventilatori e finte sudate sui libri, con una laurea di primo grado che si inizia a intravedere all’orizzonte con tanto di onorevole titolo di “Dott. Ing.”, con la vita adulta che inizia a essere qualcosa di non solo immaginato l’unica cosa che proprio dovevo evitare era innammorarmi. E invece è andata così. Ma d’altronde che ci posso fare… lei è così candida, eterea, elegante.

 

Vi racconto. L’ho conosciuta via Facebook. O meglio, l’avevo vista in giro e c’ero rimasto di sasso. Non capita spesso, anzi a me non capita mai. Ovviamente l’avevo guardata e basta. Ma davvero m’era mancato il fiato. Poi una volta saputo nome e cognome col mio profilo dal nome edulcorato (la gente che mi conosce sa che sono io, anche se il nome è un altro, un po’ come qui su queste pagine) avevo trovato il coraggio di aggiungerla agli amici. Lei m’aveva accettato e io avevo pure trovato il coraggio di scriverle. “Una così bella non mi risponderà mai” pensavo. E invece rispondeva, rispondeva e rispondeva.

Ma non ha altro da fare? Ma avrà decine di uomini che la corteggiano eppure risponde a me?” pensavo.

Dopo aver reagito allo scompenso di scoprire che pur sembrando più grande aveva ben 4 anni meno di me (cioè, era “del ’93“, davvero una “ragazzina“) un vero ulteriore shock fu scoprire (per via scritta) che quello splendore di donna aveva un’intelligenza almeno media se non medio-alta, e tutto questo applicato a quel corpo così bello e quello sguardo da svenimento immediato mi suonava veramente strano. No, non era possibile. E pensate che ogni tanto (non sempre) riusciva pure a capire le mie battute di spirito, e mi rispondeva con altre riuscendo anche a farmi sorridere.

Incredibile: a volte aveva delle reazioni diverse da quelle che io mi aspettavo.

Le mandavo un link di musica delle mie preferite e lei, incredibilmente, pur non avendo mai sentito quel gruppo o quell’artista lo ascoltava e mi rispondeva con dei giudizi neanche troppo insensati. No dai…incredibile.

Dopo qualche settimana ebbi il coraggio di palesarmi sulla chat e di scriverle lì. Beh, un passo avanti notevole. Aveva un’autonomia di 20 minuti, dopo i quali diceva “Beh Federico io ora stacco, ci sentiamo dopo” ma mi rispondeva. Certo, ogni risposta richiedeva fra i 40 e i 50 secondi perchè era di mano un po’ lenta, o forse aveva una reattività cerebrale non eccelsa, o forse chattava con altre 26 persone contemporaneamente. Io rischiavo di addormentarmi ogni volta in attesa della risposta, ma poi comunque rispondeva. Come pure rispondeva agli sms, anche se ogni volta impiegava almeno 10-15 minuti dal mio invio. “Beh, è una tipa riflessiva, non è un male di questi tempi“, pensavo.

Alla fine, dopo mesi di riscaldamento manco lavorassi per la Riello, ecco arrivare il giorno in cui fu quasi più lei che io a chiedere se ci potevamo vedere. Ci vediamo, facciamo una romantica passeggiata all’aria aperta per quanto la si possa trovare a Firenze. Dopo lo shock di una così celestiale visione (anche in tuta era una specie di Dea della bellezza, una Venere del Botticelli, una Marylin in salsa toscana) ci facciamo un giretto a piedi. Certo, la mia forma fisica lascia a desiderare, non era il mio terreno ideale, però incredibilmente lei parlava parlava parlava. Rideva rideva rideva. Mi faceva ridere mi faceva ridere mi faceva ridere. E intanto mi incensava. Mi diceva che non aveva mai conosciuto una persona così intelligente, così acculturata, così simpatica, con cui si parlasse così bene. “Beh, questo è vero” pensavo. Però cavoli, ma come aveva fatto ad accorgersene??? “No vabè, non sei uno di quelli belli che si notano a prima vista, ma non sei certo brutto” aggiungeva. E io con la salivazione azzerata.

Mi piaceva, mi piaceva davvero. Era bella, ma era una persona semplice. Pochi trucchi, poche firme, pochi marchi, pochi tiraggi. Una tuta, un corpo stupendo, un viso divino. Stop. Camminando sudava pure un pochino, e sudando le se arricciavano i capelli. Wow, aveva pure un difettuccio!

Alla fine del giretto le detti un bacio. Un po’ maldestro, ma andò a segno. La reazione fu un tantino legnosa, diciamo poco passionale, ma dai…accontentiamoci.

 

(….continua prossimamente)

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti

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