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Cosa chiedo ai candidati a Sindaco, e alla politica locale

Non andrò a votare per queste elezioni amministrative, ma non perchè sono un astensionista (anzi, sostengo la tesi che sia sempre giusto votare, scegliendo almeno il ‘meno peggio’), semplicemente perchè nel mio comune qust’anno non ci sono le elezioni. Però, rispettando ogni par condicio possibile e immaginabile, voglio lanciare un appello a chi si candida a Sindaco e più in generale a tutti coloro che fanno politica e amministrano i nostri comuni oggi.

 

Sì, stavolta voglio provare a fare “il giovane” cercando di interpretare, se non proprio il pensiero dei miei coetanei (non li capirò mai…), almeno quello mio personale.

Forse sono una mosca bianca, ma ho una sensazione che diventa quasi un allarme e che voglio esternare a voi che mi leggete. E’ la cosa che più mi dona frustrazione e preoccupazione per il futuro. No, non si tratta del rischio di non trovare un lavoro dopo la laurea, pericolo certo incombente, e neanche di non potermi rendere davvero indipendente fino almeno a 30 o 35 anni. La cosa che più mi frustra è la certezza che se non vorrò replicare più o meno la vita dei miei genitori e dei miei nonni io dovrò per forza allontanarmi dalla mia terra. Già l’ho fatto per l’Università, e passi, ma mi duole pensare che per farmi una vita che non sia ancorata al passato nello stile di vita, nei modi, nelle usanze, nelle pretese, dovrò per forza rompere ogni legame.

Il fatto che tanti giovani in Valdichiana, e più in generale in tutte le piccole realtà di provincia, si trovino in periodi di evidente regresso culturale e di galoppante crisi economica come questo a rinchiudersi in piccole dimensioni private-localistiche fatte di piccole gioie quotidiane e pochissime ambizioni, è un elemento che chi governa i nostri territori deve secondo me tenere in grande considerazione. Vivere così, replicando più o meno l’esistenza dei nostri nonni, a meno che proprio non lo si desideri per carattere, è secondo me uno spreco di risorse immenso.

Fate si, cari candidati, che un giovane abitando in Valdichiana non si debba sentire per forza “in gabbia”, con le ali tarpate alle sue idee e alla sua creatività, o “fuori dal mondo”, senza appoggi alla sua voglia di fare e scoprire, di sognare e volare alto con i pensieri.

Mettete in connessione la Valdichiana col mondo: con tutte le tecnologie, con la modernità, per portare avanti al meglio le nostre idee, per realizzare quello che ci passa per la testa e ci sembra vincente. Una Valdichiana vivace, con appuntamenti culturali importanti e non di second’ordine, che guardi davvero al futuro più che alla stantia tradizione, una Valdichiana dove ovunque si cerchi di innovare, di creare, di costruire qualcosa di nuovo partendo da quel che c’è, in cui vi siano spazi importanti e sostegni reali a chi davvero merita.

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti

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