di Fabio Comanducci
Tra poco più di 8/9 mesi si terranno a Cortona le elezioni amministrative per scegliere, tra l’altro il sindaco…e si! perché nelle amministrative si sceglie la persona collegata a una o più liste, diversamente a quanto accade per le elezioni politiche.
Già i partiti di opposizione si sono mossi, con incontri e riunioni, raccontando di sicure o presunte coalizioni attraverso i giornali e mass media locali. La sinistra tace, lavorando in silenzio (così mi auguro).
Ciò che a me interessa però, come cittadino di Cortona, non è solamente la parte politica che vince, quello che è importante per me, che amo la mia città e tutto il suo territorio, è che vinca un sindaco che abbia certi requisiti, ovviamente secondo il mio pensiero.
Il primo requisito, essenziale per me, è che il sindaco ami la città e il suo territorio: per amore non intendo una dichiarazione scritta, l’amore nasce e cresce con la persona, grazie alla propria famiglia che ti fa capire, interiorizzare, quanto Cortona sia unica, tra le più antiche città del mondo ancora abitate e che ha mantenuto sostanzialmente intatto il suo antico assetto urbanistico, e che tale peculiarità deve essere salvaguardata in tutti i modi, con scelte amministrative coraggiose e talvolta contro corrente, ma Cortona e il suo territorio, cosparso di antiche pievi e raggruppamenti di case contadine e di montagna, merita tale accortezza e privilegio … ripeto Cortona è unica!!!
L’amore per Cortona e la sua gente lo si dimostra anche parlando con loro, fermandosi al bar, avvicinandoci senza timore perché consapevoli di aver fatto le cose giuste e pronti a rivedere e modificare quelle sbagliate, perché amare non vuol dire non sbagliare mai, non vuol dire dover dire mi dispiace (dal film anno 1970 Love Story), ma vuol dire grazie per avermelo detto, vuol dire essere pronti al dialogo e cambiar opinione, sempre ed esclusivamente per il bene della città e dei cittadini.
L’amore per Cortona si dimostra anche conoscendo la sua storia, passata e recente, i suoi personaggi di campagna, montagna e città, perché, mai come oggigiorno, quando si parla di Cortona si deve intendere un tutt’uno tra i suoi diversi ambiti, città – frazioni -campagna – montagna, valorizzando le peculiarità di ciascun ambito, ma considerandoli tutti un insieme perché complementari gli uni con gli altri. Cortona senza la gente delle frazioni muore, mentre la gente delle frazioni senza Cortona perde il brand che Cortona rappresenta, lo perde sia come appartenenza personale che economica, tornando nell’anonimato che accomuna tante altre realtà vicino a noi.,
Non ci può essere amore inoltre se non è forte anche lo spirito di accoglienza verso gli altri, che non vuol dire accettare passivamente una invasione (sia di turisti che di migranti), ma vuol dire gestione del fenomeno, tenendo sempre in giusta considerazione le esigenze della cittadinanza. Accoglienza per i turisti, per esempio, vuol dire dar loro delle regole di convivenza nella città e campagna, ma dare anche delle valide indicazioni per godersi le bellezze del nostro territorio. Un turista (io preferisco chiamarlo viaggiatore), quando entra in Cortona, deve avere immediatamente la percezione delle bellezze artistiche da visitare e come fare a raggiungerle, con il grado di difficoltà per arrivarci (penso per esempio alla chiesetta di Sa. Nicolò, non raggiungibile facilmente per tutti).
L’amore però è necessario ma non sufficiente per governare una città e il suo territorio. Le risorse economiche sono sempre più scarse e le esigenze dei cittadini aumentano sempre più, in termini di servizi da offrire, di infrastrutture da costruire e manutenere, di sicurezza da garantire, di sanità pubblica da tutelare e migliorare.
Per fare tutto ciò ci vuole innanzitutto competenza personale acquisita anche attraverso una esperienza di gestione della cosa pubblica e una forte squadra di assessori che abbiano capacità organizzative ed operative, scelti quindi per merito e non per appartenenza politica (una cosa però non esclude l’altra, ma l’ordine secondo me deve essere questo: prima le capacità poi .. se c’è anche l’appartenenza politica).
Il sindaco inoltre deve anche essere capace di sollecitare, vitalizzare e utilizzare per il bene della comunità anche le risorse che provengono dal terzo settore, quelle associazioni di volontariato che possono dare (in gran parte già danno) un sostegno in quei settori dove il pubblico non può arrivare, distinguendo ovviamente i due ruoli (pubblico e volontariato), ma nel contempo integrandosi in una simbiosi creativa che permetta di mitigare al massimo i disagi della popolazione e favorire quello sviluppo sociale e culturale la cui crescita non può e non deve essere mai interrotta.
Infine il sindaco deve riuscire a far convivere il pubblico con le imprese private, favorendone, ove possibile, la crescita e trovando con loro quei punti sinergici utili per il bene di tutta la collettività.
Tutto ciò e ancor di più deve essere un sindaco … avanti a chi tocca!!!!
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