Vieni via con me, Monicelli e gli italiani migliori

{rokbox title=| :: |}images/monicelli.jpg{/rokbox}Si è chiuso, con più retorica e autocelebrazionismo del solito, il capitolo di ‘Vieni via con me’. Per quanto si possa avere la libertà di criticarlo, perchè come tutti gli altri può piacere e non piacere, a questo programma vanno riconosciuti almeno due meriti che sfiorano, in tempi di tv come questi, il miracolo.

1) è riuscito a farci dimenticare del Grande Fratello, riducendolo al ruolo di mero comprimario riservato a poco più che una nicchia di telespettatori. Di fatto è riuscito a spezzare un meccanismo, quello dei reality, ormai sempre più incartato su sè stesso e in fase degenerativa costante. Ha spezzato anche il meccanismo della Tv che tira al peggio. E’ questa cosa buona e giusta. Allo stesso tempo ha portato un programma di Rai3 a numeri di ascolti mai visti, dimostrando una volta tanto che anche questa Rete può avere un suo ruolo che vada oltre la rete di servizio o di servizio…alla sinistra

2) finalmente, dopo tempo immemorabile, ci ha dato un motivo per metterci, con curiosità, attesa e diciamo pure suspence, di fronte al teleschermo alla sera. Perchè, stavolta nel senso buono, non si sapeva mai cosa aspettarci (a parte forse i lunghi monologhi di Saviano, ogni tanto un po’ prevedibili). S’è respirata una boccata d’aria fresca. Peccato che questa positiva imprevedibilità abbia toccato l’apice con la tragica notizia del suicidio di Mario Monicelli, trasmessa in tempo quasi reale, con la commozione inevitabile di questi momenti, come faceva la Tv di una volta. E’ davvero triste che un momento di rinascita positiva del nostro paese e della sua parte più bella e viva come Vieni Via con me si sia concluso con l’amarezza per la fine della parabola di uno fra gli italiani migliori.

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti

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