{rokbox title=| :: |}images/mobilit.jpg{/rokbox}A parte il pedaggio sulla Perugia-Bettolle, provvedimento che ci auguriamo rientri e che probabilmente rientrerà in Valdichiana esiste in modo alquanto evidente un problema di infrastrutture, anche se in pochi paiono accorgersene. E così i disagi si rinchiudono in una triste dimensione puramente personale, quella dell’automobilista solo, stressato e frustrato che ingoia e rospi e sta zitto, e tutto passa sotto silenzio.
Anche all’ultimo incontro ad Arezzo degli Stati Generali dell’Economia, con tanto di Presidente Regionale Enrico Rossi presente, mi risulta (correggetemi se sbaglio) che l’unico che si è ricordato di menzionare la tragica situazione della SR71 sia stato Vincenzo Ceccarelli, uno che nei suoi anni di governo molto ha investito insieme ai Comuni per tentare di migliorare la situazione in quell’arteria (i marciapiedi, le varianti…) mentre gli altri hanno parlato di Due Mari, di aeroporti, di ferrovia Arezzo-Sansepolcro e tante altre cose, dimenticandosi della Valdichiana. La domanda allora è questa: veramente le priorità sono altrove e la Valdichiana tutto sommato è messa meglio di altre vallate e quindi può attendere?
In realtà, a fronte di progetti faraonici e ovviamente irrealizzabili calcolata anche la terribile stretta agli enti locali, si potrebbero ottenere dei risultati importanti semplicemente con un cambio di mentalità e con qualche investimento relativamente piccolo. Raddoppiare la SR71 non ha probabilmente senso. Un lavoro infinito, costosissimo, con mille problemi. Le varianti daranno sicuramente una mano, ma ormai la 71 è una sorta di strada urbana per tutto il tratto Cortona-Arezzo, non c’è respiro, non c’è un rettilineo, vi sono incroci pericolosi ovunque (e in molti, purtroppo, ne fanno le spese). Il nodo di Olmo, le rotatorie di Camucia e Castiglioni sono stati tutti provvedimenti utilissimi, ma la congestione è diminuita di poco.
Dell’idea di una metro di superficie abbiamo già parlato. Sarebbe un passo importante, una grande svolta, peraltro già vista in altre realtà toscane e veramente potrebbe rappresentare un primo tassello in un quadro di mobilità rivolto al futuro. Ma se anche quella risultasse un’opera troppo impegnativa (col rischio di qualche opposizione, vedi MiniMetrò a Perugia) basterebbe semplicemente aumentare le corse ferroviarie. Diciamolo chiaramente: se da Cortona per Arezzo ci fosse un treno ogni 20 o 30 minuti, con adeguati collegamenti urbani una volta giunti nel capoluogo, la macchina la lascerebbero spenta in tanti.