{rokbox title=| :: |}images/orient.jpg{/rokbox}Un breve soggiorno a Venezia, qualche settimana fa, mi ha fatto balenare in testa una proposta applicabile anche da noi, forse con buoni risultati. Girando per gli stretti calli veneziani infatti, una domenica mattina, sono stato letteralmente circondato da strani individui in tenuta da corsa che, con delle cartine in mano, correvano un po’ in tutte le direzioni, apparentemente a caso. C’erano sportivi veri che mi superavano a gran velocità, ma anche bambini, anziani, perfino donne incinte o con neonati in grembo
Con in mano la loro mappa passavano fra la gente chiedendo permesso, si guardavano intorno, si fermavano, chiedevano indicazioni ai turisti (ovviamente ottenendo poco…) e poi ripartivano di slancio.
Dopo una breve indagine ho scoperto che quella massa di persone non stava correndo a caso, ma partecipava ad una gara di Orienteering (in italiano: orientamento), disciplina sportiva che prevede un percorso da seguire con alcuni punti di controllo per i quali si è obbligati a passare. Una volta completato tutto il percorso e ‘timbrato’ un ticket a tutti i check-point si giunge finalmente all’arrivo. Vince ovviamente chi ha impiegato meno tempo per coprire il percorso. Il fatto però che le partenze avvengano una per volta, scalate di qualche decina di secondi, e che non esista un unico percorso possibile fra i vari check-point, ma che ognuno se lo debba creare facendo le scelte che ritiene migliori (spesso sbagliando strada) crea il divertente effetto di una città letteralmente invasa, e di conseguenza ravvivata, da queste strane presenze.
In totale a Venezia c’erano oltre 7000 concorrenti, quasi tutti di nazionalità straniera, visto che l’Orienteering in Italia non ha molti praticanti. C’erano austriaci, tedeschi, scandinavi, inglesi….
Ora è ovvio che il nome e la fama di Venezia sono probabilmente il top a livello mondiale e che quindi i 7.000 partecipanti siano un traguardo impossibile da replicare altrove, però l’idea di una simile gara a Cortona, Montepulciano, Lucignano, Castiglion Fiorentino o in un altro borgo della nostra Valdichiana, magari allargando il percorso alle zone limitrofe (non mancano boschi e altri luoghi estremamente suggestivi) potrebbe, visto il richiamo comunque importante della Toscana sul pubblico estero, essere un’occasione in più per raccogliere qualche turista per qualche notte.
Di gare come queste, in Italia, ce ne sono pochissime. Ma queste gare, fatte in Italia, possono attirare i praticanti anche stranieri, che possono cogliere l’occasione per una breve vacanza con la famiglia visto che questo sport, più che agonistico, è un’occasione di divertimento a contatto con la natura o con splendidi borghi. La gara potrebbe essere organizzata in uno dei momenti più ‘morti’ (ad esempio a Ottobre-Novembre, o a Febbraio-Marzo).
Si iscrivessero anche in 300 sicuramente sarebbe un risultato importante che darebbe un po’ di ossigeno in più ad alberghi e agriturismi. Noi la buttiamo là, se poi qualcuno ci volesse provare…