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Passata la tempesta adesso la parola d’ordine della politica aretina pare sia “rimettersi al lavoro”. E’ probabilmente questa la scelta migliore, visto che ormai continuare a recriminare, anche se le ricriminazioni hanno tutte le ragioni del mondo, serve a poco. In fondo abbiamo sei consiglieri regionali e una grande quantità di crediti inevasi tutti da spendere. L’esclusione di Arezzo è suonata come un’umiliazione, ma in Regione non contano solo gli assessori e facendo squadra (anche in modo politicamente trasversale, superando nell’interesse comune le logiche partitiche) i risultati possono arrivare. D’altra parte Enrico Rossi in campagna elettorale ha più volte detto che avrebbe dato ascolto alle istanze della nostra provincia e un po’ della rabbia aretina di questi giorni gli è sicuramente arrivata agli orecchi.
Di fronte a una scelta comunque eclatante (l’autosospensione della Direzione Provinciale del PD) non potrà sicuramente far finta di nulla o peggio cercare di sopire la protesta accusando il nostro territorio di campanilismo. In questo senso alcune novità di queste ore, come ad esempio la volontà espressa da Rossi di portare la giunta una volta al mese nelle province per aumentare la vicinanza, suonano come un segnale positivo.
Altra cosa che ha detto più volte Rossi, anche per sopire la protesta aretina, è quella che la Giunta non lavora per i singoli territori di cui i singoli membri sono espressione, ma per tutta la Toscana. E allora, se davvero questo è l’intento di fondo, facciamo conto già da subito su tutti gli assessori regionali affinchè, se Arezzo ha una qualche esigenza, questa riceva ascolto e si producano atti concreti per accontentarla. Faccia squadra Arezzo, ma faccia squadra anche la Toscana.
A questo punto ci viene in mente una prima proposta, tanto per essere costruttivi da subito. La lanciamo visto anche che Luca Ceccobao, nuovo assessore senese (è Sindaco di Chiusi), ha la delega alle infrastrutture e più volte si è distinto negli anni passati per le battaglie, il più delle volte vittoriose, che ha svolto al fianco dei pendolari. Diversi anni fa circolava la proposta della metropolitana di superficie, un grande collegamento ferroviario che, partendo da Chiusi, potesse arrivare perlomeno ad Arezzo se non addirittura a Firenze. Quest’idea rimane a nostro avviso qualcosa di molto interessante, su cui vale la pena di spendere almeno un po’ di tempo a riflettere. Vero che la Valdichiana ed Arezzo hanno bisogno di collegamenti decenti con le grandi città, battaglia più che giusta che sicuramente non andrà a cadere in futuro visto l’impegno messo in campo in passato da Ceccobao, ma anche gli spostamenti locali necessitano di qualche intervento. La situazione della SR71 è sotto gli occhi di tutti, e ben la conosce il nuovo assessore che sa anche che i servizi ferroviari attualmente esistenti non sono all’altezza e non permettono di parcheggiare definitivamente le auto nei garages, costringendo a viaggi snervanti nei quali per coprire pochi chilometri si impiegano tempi lunghissimi. Nemmeno le varianti, sicuramente utili, potranno risolvere totalmente il problema. Allora, piuttosto che raddoppiare le corsie del trasporto su gomma, si potrebbe cominciare a ripensare un intervento che rappresenterebbe un primo importante passo in direzione dei principi di “mobilità sostenibile” più volte ribaditi durante la campagna elettorale.
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