{rokbox title=| :: |}images/rifiutiriciclo.jpg{/rokbox}Le tariffe comunali sul servizio di nettezza urbana (TARSU) al centro del dibattito politico locale. Secondo i nuovi bilanci approvati dai comuni tali tariffe aumentano pressochè ovunque anche nel nostro territorio e cominciano a farsi sentire le prime rimostranze, non solo da parte delle minoranze politiche nei consigli comunali, e non mancano casi eclatanti come la restituzione da parte dell’assessore di Monte San Savino della delega all’ambiente proprio in dissenso con tali aumenti. Sicuramente per famiglie ed aziende arriva un aumento di spesa poco piacevole, visto anche che è difficile accettare un aumento quando il servizio resta più o meno (eccetto alcuni casi) lo stesso, raccolta differenziata porta a porta compresa.
Come è noto gli aumenti li fanno i comuni, ma sono i costi del servizio ad aumentare a monte, specialmente per quel che riguarda il termovalorizzatore di San Zeno dove i nostri rifiuti vengono smaltiti. Incenerire non è quindi redditizio, se è vero che con gli introiti della produzione energetica non si riesce a coprire nemmeno i costi di gestione dell’impianto. Nell’anno 2009 però la produzione totale dei rifiuti è calata appena dello 0.6%, flessione che non ha coinciso con quell’incremento auspicato della percentuale della raccolta differenziata, rimasta secondi i primi dati intorno al 35% nella provincia di Arezzo. Inoltre alcune amministrazioni comunali sono passate in questo anno dal sistema della “tassa” a quello della “tariffa” e questo ha significato obbligatoriamente aumenti per i comuni che hanno applicato la tariffa (questa prevede l’obbligo della copertura del 100% del costo del servizio mentre con la tassa può prevedere una copertura inferiore in quanto il costo può essere modulata con altre entrate comunali).
Vista la situazione viene spontaneo suggerire spunti utili per vincere davvero la “battaglia dei rifiuti”. Questa non si vince se non si interviene su almeno due fronti: quello della riduzione della produzione e quello dell’incremento della raccolta differenziata. Oltre il 70% dei rifiuti è composto dalla parte secca (carta e cartone ma anche plastica, alluminio, ferro, vetro ecc.) e di questo 70% circa il 90%, comprende materiale utilizzato per gli imballaggi, contenitori di alimenti e contenitori per liquidi a perdere. Di questa percentuale, pur essendo potenzialmente riciclabile nella sua totalità, viene intercettato non più del 50%. Mettendo in campo un sistema diverso di confezionamento delle merci (maggior utilizzo delle pellicole di plastica, razionalizzazione dell’uso della scatola di cartone) e modulando una diversa organizzazione della distribuzione (istituzione del vuoto a rendere, distributori a spina per detersivi, spazi all’interno dei Supermercati per depositare il rifiuto utilizzato per l’imballaggio del prodotto acquistato ecc.) e soprattutto incrementando la messa in commercio di prodotti in confezioni “monodosi” (visto che aumentano notevolmente le persone che vivono da sole) si potrebbe contribuire seriamente ad una riduzione dei rifiuti da incenerire.
C’è quindi il modo di produrre molti meno rifiuti, come esiste anche un modo per riciclarli in quantità notevolmente maggiore, ammesso poi di creare anche un mercato per i prodotti derivati dalla raccolta differenziata (e anche questo è un problema da considerare). E’ però certo che gli aumenti di spesa, e di conseguenza di tariffa, sarebbero forse digeriti meglio dagli utenti se indirizzati verso il raggiungimento di qualche risultato concreto e visdibile in più.
Si aprono poi in queste ore nuove incognite nella nostra area di ambito (la Toscana Sud) a causa del provvedimento del governo che prevede l’abolizione delle A.A.T.O. (Autorità di Ambito Territoriale Ottimale): ciò potrebbe portare in futuro a ritardi che possono ripercuotersi sia sulla raccolta, sul trasporto e sullo smaltimento che sulla messa in opera di strumenti innovativi per ridurre la produzione di rifiuti. Infatti l’autorità di ambito sta predisponendo il bando per l’affidamento del servizio, attività che potrebbe essere sospesa dall’entrata in vigore del provvedimento che appunto riaffida la competenza ai singoli comuni i quali possono mettere in atto soltanto provvedimenti a valenza del proprio territorio. Staremo a vedere.
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