{rokbox title=| :: |}images/orologiobologna.jpg{/rokbox}Scrivere della strage di Bologna il 2 Agosto in un paese diverso dall’Italia sarebbe sicuramente banale, come di sicuro sarebbe banale sottolineare che ancora non è stata raggiunta una verità e quella strage resta impunita, senza che si possano conoscere esecutori e mandanti. Fra depistaggi, processi e sentenze che si sono contraddette l’una con l’altra ancora non si è potuto capire davvero com’è andata quella tragica mattinata del 2 Agosto, da chi e perchè è stata messa in atto quella orrenda mattanza. Tutto questo a 30 anni di distanza.
In Italia però il banale proprio non esiste, e in particolar modo quando si parla di “misteri” e di quello strano periodo fra la fine degli anni 70 e l’inizio degli ’80 riassunto con la definizione “anni di piombo”. A tutt’oggi, 30 anni dopo, manca la verità praticamente su tutto (Ustica, Caso Moro e una miriade di omicidi legati più o meno al terrorismo rosso e nero, tanto per dirne qualcuno….) e manca di conseguenza una condivisione storiografica e una uniforme interpretazione politica di quegli anni e di quei tragici eventi. Nei giorni scorsi ha fatto notizia l’assenza del Governo che materialmente non ha inviato propri rappresentanti alla commemorazione che si è svolta stamani, alle 10.25, l’ora della bomba che uccise oltre 80 persone. Non vorremmo si trattasse del segnale di un crescente disinteresse verso quel “bisogno di verità” da noi citato già in altri articoli: questo bisogno di verità non deve assolutamente restare insoddisfatto anche perchè, non ricevendo ascolto, rischia di sfociare in mera e inconcludente dietrologia, primo passo verso la fantapolitica o la storiografia da bar dello sport, quella che ha il solo risultatodi banalizzare e rendere pedine inermi di ridicole strumentalizzazioni 85 vite umane totalmente innocenti.
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