{rokbox title=| :: |}images/stories/cortona1.jpg{/rokbox}Come ogni estate, puntuale come un orologio svizzero, rinfocola la polemica cortonese fra mattinieri e nottambuli. Saltano feste, giovani si indignano, e le posizioni si polarizzano. Su un fronte c’è chi la notte ha un minimo voglia di divertirsi anche con qualcosa di rumoroso; sull’altro chi invece vuol dormire e non tollera rombi di moto e auto e musica sparata fino alle 3, e anche oltre. Problemi logici e probabilmente inevitabili di un centro storico, quello di Cortona, ancora popolato, affollato anche da turisti ed “esterni” nei mesi estivi e in cui una parte dei residenti sicuramente non brilla per tolleranza mentre l’iniziativa privata prova faticosamente a ritagliarsi spazi che vorrebbero andare incontro ad un bisogno di divertimento che esiste e un minimo merita di essere accontentato.
Forse potremmo cogliere l’occasione, quest’anno, per una riflessione seria che vada oltre la contrapposizione frontale, sterile per sua natura, e che magari porti a qualche compromesso futuro che risolva un po’ il problema.
Cortona ha dei limiti fisici e logistici, di questo bisogna rendersene conto. Non può ospitare tutto indiscriminatamente, ma solo certe cose. Il limite di tolleranza è basso, si può cercare di dilatarlo un minimo, ma oltre tanto non si può andare. E’ però brutto vedere che chi, giovane o meno giovane, pur avendo la fortuna di non essere affetto dalla diffusa sindrome “A Cortona nun c’è gnente” (quella che colpisce i giovani cortonesi che stanno solo a lamentarsi, senza mai lanciare qualche proposta e portarla avanti), debba incontrare difficoltà nel realizzare qualcosa solo per qualche decibel di troppo.
Il comportarsi con più correttezza possibile cercando di tollerarsi a vicenda facendo anche un po’ “squadra” e provando a sentirsi più come parte di una comunità unica potrebbe servire. Garantirebbe forse un po’ di spazio a chiunque, con i giusti contrappesi ed entri certi giusti limiti accettabili da tutti. Forse utopia, ma forse anche no.
Magari certi eventi più rumorosi, se proprio non possono essere dislocati sul territorio, dove forse creerebbero minori vespai, siano programmati e annunciati per tempo così che i mattinieri, sapendolo un bel po’ di settimane prima, potranno prenderla con più filosofia. Magari li si faccia anche iniziare una o due ore prima; farà sicuramente meno figo ma forse passerà sollevando meno proteste. Insomma, come disse il saggio, “Veniamoci incontro”. E’ davvero l’unica soluzione possibile
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