{rokbox title=| :: |}images/lucabarbareschi.jpg{/rokbox}
Si sa, qui a ValdichianaOggi.it non siamo grandi amanti delle polemiche politiche e quando c’è un momento di serietà eccessiva ci piace sempre stemperarlo con qualche battuta. Poi quando tutti se la prendono con qualcuno a noi piace cambiare discorso. Adesso che tutti parlano di Luca Barbareschi, quindi, ne parliamo anche noi ma in modo diverso, dandovi un paio di segnalazioni nel nostro stile.
Non rideteci in faccia, please, e non prendeteci troppo sul serio.
D’altra parte della vicenda politica di Barbareschi non ci interessa granchè: di destra o non di destra, finiano o berlusconiano, l’unica cosa che ci passa per la testa è il fatto che le sue recenti oscillazioni parlamentari, coincidenti con la messa in onda de ‘Il trasformista’ (domani sera su Rai3) rappresentino una strana coincidenza che di sicuro aiuterà (involontariamente, questo è ovvio) il successo televisivo di quel film.
Sulle qualità di presentatore, attore e quant’altro da lui recentemente messe in mostra non abbiamo nulla da eccepire e da dichiarare.
A noi interessa l’altro Barbareschi. Quello che, giovanissimo, iniziò la sua carriera prendendo parte a due fra i più interessanti episodi del cinema di genere italiano, ovvero quel cinema per molti ‘di serie B’ che invece è ricco di gemme che se fossero state girate da registi americani avrebbero goduto di fama internazionale e incensamenti multipli.
Di fama internazionale, in realtà, godono sia Da Corleone a Brooklyn e soprattutto Cannibal Holocaust, le due pellicole in cui il buon Luca si ritagliò i suoi primi spazi. All’estero queste pellicole sono dei cult per tantissimi mentre in Italia, paese dove sono stati prodotti, non li conosce quasi nessuno.
Il primo è un road-movie poliziesco diretto da Umberto Lenzi nel 1978, con Maurizio Merli e (udite udite) Mario Merola. Uno sbirro maudit affronta un bossaccio della mala italo-americana: si fronteggiano alla grande in una pellicola che fa impallidire i ben più celebrati ‘Palermo-Milano solo andata’ e le tante fiction ‘alla Ultimo’. Insomma: senza sto film Raoul Bova forse sarebbe rimasto a fare il nuotatore. Barbareschi invece fa il poliziotto americano, e lo fa bene.
Il secondo è l’assoluto capolavoro mondiale del genere ‘cannibalico’, diretto nel 1980 da Ruggero Deodato. Un film clamorosamente estremo, ancora oggi in grado di sconvolgere per la forza del mostrato e la potenza del messaggio sociale. Non per niente, dopo 24 anni, se ne sono accorti anche i grandi cervelloni del nostri cinema, recuperandolo e proiettandolo alla Mostra del Cinema di Venezia.
Ecco: dopo aver discusso di politica e di quale partito sceglierà l’onorevole Barbareschi ritagliatevi anche un’oretta e mezzo per uno di questi film. E grazie per l’attenzione….
Si sa come Umbria Jazz, in ormai dieci lustri, abbia portato a Perugia e dintorni,…
Convegni, tavole rotonde, degustazioni enogastronomiche, mostre fotografiche e documentali tutto dedicato all'animale simbolo della Valdichiana:…
“E io vado a mangiare dallo zio Ernesto!!” Scommetto che se solo avesse un ospitale…
È uscita la nuova guida di Condé Nast Johansens per una vacanza in una delle…
Nel genere da me e da tanti altri amato c’ è sempre stata la contrapposizione…
TOP TEN Mussolini il capobanda. Perchè dovremmo vergognarci del fascismo di Aldo Cazzullo,…