{rokbox title=| :: |}images/movida2.jpg{/rokbox}Da quanti anni sentiamo questa cantilena-piagnisteo? Dire che “a Cortona nun c’è gnente per noi ggiovani” è uno degli sport preferiti dei ragazzi locali e io che ormai giovane non sono più tanto (32 anni) posso dire di averla sentita sia dai ragazzi più grandi di me quando ancora ero piccolo, sia dai miei coetanei, sia dai giovani di oggi. Una cantilena, o meglio una frase fatta, che esiste ancora, aumenta prepotentemente con l’arrivo dell’estate e la conferma arriva da alcuni interessanti articoli dell’amico Stefano Duranti Poccetti sulla stampa locale usciti in questi giorni che proprio intervistando alcuni soggetti di 20 anni e dintorni a proposito della “movida” notturna cortonese riporta considerazioni di questa risma.
“A Cortona non c’è niente, ai noi ggiovani ci tocca andare a Castiglioni o al Lago o ad Arezzo per trovare qualcosa”. Bene: questo, forse, è vero. Sicuramente il cartellone di eventi cortonesi organizzati dal Comune non ha mai offerto granchè per un certo tipo di pubblico giovane e in parallelo anche l’iniziativa privata non è stata mai in grado di offrire molto, a parte l’onorevole sforzo, che sa un po’ di battaglia contro i mulini a vento, di qualche commerciante negli ultimi anni. Il problema perdura tuttora, anche se altrove non è che facciano faville. Ma si sa, l’erba del vicino è sempre più verde e le considerazioni da fare sarebbero tante, e forse porterebbero alla fine ad ammettere che il diavolo non è nero come lo si dipinge e che i motivi di questa scarsa offerta sono tanti. Soprattutto, però, credo che sia l’ora di cambiare mentalità.
Per prima cosa, a parte i soldi che non ci sono più (e questo di fatto blocca l’azione dei Comuni, costringendoli a ridurre il numero di eventi e risparmiare ovunque) va considerato che Cortona ha anche una sua conformazione particolare, quella di centro storico, che di sicuro non agevola feste e spettacoli. Inoltre è un centro storico ancora popolato, e ciò costringe a contenere rumori e caos entro limiti piuttosto stretti per salvaguardare il quieto vivere. Nei posti intorno Cortona, allo stesso modo, determinati spettacoli possono essere realizzati, ma restano molte difficoltà causate anche da una popolazione poco incline alla tolleranza verso i decibel. Qui sarebbero capaci di chiamare i Carabinieri anche per uno stereo ascoltato alto in macchina, figuriamoci per un concerto.
Il cambio di mentalità che serve, però, è secondo me la cosa più importante. Per questo mi rivolgo proprio ai ragazzi della cantilena “A Cortona nun c’è gnente” invitandoli ad una reazione un po’ più concreta del mero lamento. A volte le cose si possono cambiare anche con l’impegno diretto, non aspettando che le cose cadano dal cielo. Se “A Cortona nun ce gnente” ci si può anche impegnare perchè in futuro ci sia qualcosa. Certo, ci vogliono idee (cioè far seguire alla lamentela una qualche proposta), tanto impegno, tanta pazienza. Ci vuole di lanciare una proposta, di difenderla con i denti, di lavorare in gruppo, di costruire insieme qualcosa. Siete sicuri, cari ragazzi, di poter fare questo salto di qualità? Oppure, in fondo, vi vanno bene le cose così come stanno, cantilena compresa? Eppure, questa, sarebbe l’unica strada buona. Altrimenti finriete per darla vinta ai detrattori che sostengono che la gioventù locale è buona solo a fare casino e lamentarsi.
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