{rokbox title=| :: |}images/bistecca.jpg{/rokbox}Permetteteci un po’ di sano campanilismo, almeno oggi in questo post-Ferragosto nel quale si inizia a trarre le prime somme di questa estate. Sul fronte turistico è ben noto a chi legge questo sito che siamo abituati più a criticare che lodare, mettendo in luce i limiti riscontrabili in Valdichiana e in particolar modo nel suo comune più grande, Cortona, sperando di fornire un pungolo per migliorare le cose. Però è un vero piacere, diciamo pure un po’ sadico, leggere delle 4mila presenze alla sagra della bistecca cortonese e contemporaneamente vedere gli aretini che ancora una volta stanno mestamente a chiedersi come mai la loro città, nostro capoluogo di provincia, migliori ma non riesca ancora a decollare sul fronte turistico.
Tanta gente per Ferragosto, ma alberghi comunque non saturi. Un ‘mordi e fuggi’ che riduce il capoluogo a semplice meta ‘di passaggio’, poche ore per un’occhiata veloce mentre in altri luoghi (appunto Cortona, ma pure Lucignano, in forte ascesa turistica negli ultimi tempi) si passano giornate intere. Tutto questo nonostante i tanti investimenti e sostegni pubblici raccolti in questi anni, dalla mostra di Piero della Francesca in poi.
Su questi dati, 4mila presenze alla “Sagra della bistecca” che nacque qualche decennio fa dalla geniale idea di un benemerito ristoratore cortonese, ci sarà forse da fare un po’ di tara (d’altra parte l’ingrossamento dei numeri è di moda….), ma comunque il successo s’è visto a occhio nudo con una città davvero molto popolata e il solito (un po’ fastidioso per i residenti) caos ferragostano. Ha ragione il Presidente del Cortona-Camucia Bardelli, oggi su La Nazione (pezzo di Giancarlo Sbardellati), a sottolineare come “la bistecca” sia ancora un richiamo forte che attrae gente da molto lontano, addirittura pullman organizzati. Bene.
Ancora una volta Cortona ha quindi battuto Arezzo. Motivo? Non c’è una spiegazione univoca ma tante ipotesi, e gli aretini ci si arrovellano da anni. Qualcuno invoca il sovrannaturale, parla di ‘magia’ che Cortona ha e Arezzo non ha. Francamente crederci è difficile, anche se l’ipotesi può risultare suggestiva. Restando coi piedi per terra una spiegazione plausibile potrebbe essere questa: negli anni del ‘boom’ Cortona e Arezzo hanno compiuto scelte diverse. Cortona, al fianco degli allevamenti di suini, ha iniziato un percorso di sviluppo turistico, Arezzo ha puntato sul settore orafo. La scelta aretina ha pagato sul breve periodo, mentre Cortona ha cominciato ad incassare da qualche anno a questa parte dopo essere stata per lungo tempo la ‘parente povera’. Proprio questo fatto però deve tenere i cortonesi vigili. Nulla è eterno e Cortona è forse troppo ancorata alla conservazione, oltre che del patrimonio artistico, anche del patrimonio di idee nate 30-40 anni fa. Siamo un po’ troppo fermi a un’altra epoca, ancora vendibile, ma che potrebbe passare definitivamente di moda. La Bistecca, l’Antiquaria….e poco più. In fondo, e la ‘Bistecca’ è un chiaro esempio, stiamo ancora beneficiando della lungimiranza di certi cortonesi d’un tempo. Qualcosa di nuovo non farebbe certo male, e ci garantirebbe un futuro sicuro.