{rokbox title=| :: |}images/lucchetto.jpg{/rokbox}Oggi, 20 Settembre, approfittiamo della ricorrenza anche per sollevare (anzi, ri-sollevare) un’annosa questione legata a Cortona e le sue chiese, pressochè impossibili da fruire per i turisti, con una sostanziale perdita di buona parte del patrimonio artistico della città. Anche stavolta linkiamo il video ‘dimostrativo’ che realizzammo alla fine del 2007 ed ebbe un discreto successo.
Quell’11 a 3 fra chiese trovate chiuse e chiese trovate aperte preso ‘a campione’, in orario invernale post-pranzo, potrebbe forse ripetersi, visto che a quanto ci risulta è cambiato poco, a parte Sant’Agostino che è ora sede di un meraviglioso auditorium.
Restiamo dell’idea che una città debba saper proporre un pacchetto il più possibile completo ai turisti e a chi voglia usufruire delle sue bellezze. Tale pacchetto, per Cortona, è veramente immenso e va dall’archeologia ai musei, ai palazzi, agli splendidi scenari naturali. Non si capisce perchè l’interno delle chiese debba restare fuori da questo pacchetto.
In realtà un proficuo scambio di opinioni su Facebook con uno dei più illuminati nostri lettori ci ha aperto molti dubbi e posto davanti agli occhi difficoltà oggettive che sono veramente dure da superare. La prima, dice il nostro caro amico, è che le chiese sono comunque prettamente luoghi liturgici e di culto, quindi in un certo senso è giusto che il turismo non giochi un ruolo da padrone. Su questo sono totalmente d’accordo. Poi si parla delle difficoltà delle diocesi legata anche alla protezione delle opere d’arte dai possibili furti, e anche questo è vero. Poi del difficile rapporto fra beni dello stato e beni della chiesa. Problemi secolari che nè il 20 Settembre, nè tutto quello che c’è stato dopo, sono riusciti definitivamente a risolvere
L’idea risolutiva per Cortona, a nostro avviso, è prima di tutto quella di cercare un confronto aperto fra istituzioni, compresa la chiesa, e fare un sforzo congiunto per garantire a Cortona questa marcia in più. Si potrebbe cercare di costituire un sistema di gestione delle chiese a scopo turistico, un’apertura quantomeno di qualche ora tutti i giorni senza creare difficoltà al culto. Un’apertura quantomeno per le chiese di maggiore rilievo, con custode magari anche qualificato, visto che in città non mancano giovani laureati in campo di beni culturali senza lavoro o comunque precari. Comune, diocesi e perchè no commercianti e albergatori potrebbero muoversi in questo senso. I soldi per finanziare l’operazione potrebbero arrivare anche da eventi di sostegno a questa iniziativa (qualche festa, qualche sottoscrizione). Infine, se dovessero mancare i fondi, non crediamo sia una bestemmia quella di cominciare a pensare anche ad un biglietto di ingresso, magari un tot per un biglietto unico valido poi per tutte le chiese di questo ‘circuito’.