In questi giorni sta ritornando di attualità la questione della abolizione delle province, ho già avuto modo di esprimere la mia opinione in merito. Questa storia è una ben orchestrata manovra per distogliere l’attenzione dei cittadini da quelli che sono i veri costi di un apparato statale elefantiaco di cui le province sono solo una rotella. Però il dibattito che si è innescato è interessante perché mette a nudo tutta una serie di situazioni:
a) L’ emergenza neve ha mostrato che il ruolo della provincia è efficace grazie alla loro indubbia capacità di coordinamento sul territorio. Sarebbe stato lo stesso se la provincia non si fosse stata e le competenze fossero state delegate a comuni e regione?
b) La regione Toscana, a differenza per esempio del Piemonte, non intende fare ricorso alla Corte Costituzionale sul decreto “ammazza province”. E’ la conferma di una atteggiamento neo-centralistico della Toscana rispetto a tutta una serie di problemi. Una per tutte la questione dei servizi, prendiamo quello idrico dove verrà fatta un unico ambito regionale. Ci siamo chiesti quali potrebbero essere le ricadute in termini di costi e investimenti sul territorio di Arezzo? L’ accentramento esasperato rischia di creare più danni che vantaggi, ma nessuno pare rendersene conto netto, in Toscana il federalismo si ferma in riva all’Arno.
c) Non ho sentito una voce che rimarcasse la complessità tecnica di trasferire deleghe e poteri dalle province ai comuni e alla regione, qualcuno pensa che sia come giocare con il lego. Non è proprio così, non si prendere un pezzo e lo si mette sopra un altro. Ci sono dipendenti, uffici, sedi e mezzi, non è una roba che si risolve in due giorni e nell’interregno che succede? Tutto bloccato?
d) In merito ai costi si legge nei giornali che un voto del PDL e della Lega ha salvato i parlamentari che contemporaneamente sono anche presidenti di provincia. Salvati nel senso che possono continuare a mantenere tutte e due le cariche, non so e non mi interessa se prendano anche la doppia indennità. Però questo voto mostra con chiarezza dove ci sarebbe da tagliare. Diminuzione dei parlamentari, una sola camera, un senato delle regioni ed eliminazione di enti più o meno intermedi che ingolfano la pubblica amministrazione senza dare risposte ai cittadini. Si decide invece di eliminare le province che in Toscana hanno deleghe fondamentali.
e) In ultimo vorrei sottolineare la contraddizione di certe forze politiche. Da una parte raccolgono firme per l’abolizione della provincia, dall’altra mantengono solide poltrone negli assessorati. Se si vuol essere conseguenti e si giudica la provincia un ente inutile si deve avere la coerenza di dimettersi dai posti di comando, almeno quel costo non peserebbe sul bilancio dell’ente. Invece no, si spara a zero ma la carica non si tocca. Dovremo tutti dare un premio alla stoica indifferenza del presidente che si ritrova in giunta un assessore che appone la sua firma per tagliargli la testa, metaforicamente si intende, eppure continua a sopportare come un monaco buddista.
IL SANSEVERO
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