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Il cinico mondiale (3) – Vuvuzelas, Cavour e i problemi di obesità nel Centro-America

{rokbox title=| :: |}images/vuvuzela.jpg{/rokbox}1) Si legge su Wikipedia: “La vuvuzela, chiamata anche lepatata in lingua tswana, è una trombetta ad aria della lunghezza approssimativa di un metro, comunemente usata in Sudafrica dai tifosi che assistono alle partite di calcio. Per questo essa è divenuta una sorta di simbolo del calcio stesso in quel paese”. Cavoli, sarà pure un simbolo, ma è un tantino fastidioso. L’antipasto ci fu l’anno scorso, alla Confederation League, con quel ronzio tipo alveare strapieno di miele che si affacciò per la prima volta al mondo e stordì una nazionale italiana già abbastanza stordita di suo facendo implorare pietà a telecronisti e telespettatori.

Ebbene: sono bastati pochi minuti della partita inaugurale per farci capire che per un mese avremo di sicuro le orecchie devastate, sia dalle trombine che dalle urla dei commentatori che a malapena riescono a sentire quel che dicono (e a volte forse questo è un bene…discorso valido almeno per il peggiore di tutti, che ovviamente in quanto peggiore sarà destinato ai match della nostra nazionale: Salvatore Bagni). Speriamo di riuscire a vedere del bel calcio, di cavarsi qualche soddisfazione e di sopportare questi rumori infernali. Rimane comunque una domanda…ma i Sudafricani che c’hanno al posto dei polmoni per riuscire a soffiare in continuazione in quelle trombe???

2) Intanto la prima giornata è scorsa senza emozioni particolari, con le 4 squadre del girone A, girone di ferro, che sono tutte a pari punti dopo un doppio pareggio. Molto deludente la Francia, ridimensionato il Messico, che quando ha giocato con l’Italia pareva il Brasile, interessanti ma non ancestrali i padroni di casa. Se il calcio fosse matematica sarebbe da preoccuparsi per la nostra nazionale. Ha infatti perso malamente con il Messico, che ha pareggiato abbastanza fortunosamente con il Sudafrica. Ergo: di grazia se passiamo il primo turno.

3) Ma la speranza è sempre l’ultima a morire e 6 gol visti ieri in un’amichevole con degli sconosciuti sono capaci di eccitare le speranze di Paris, Varriale e il resto del carrozzone Rai, mentre si discute sul Risorgimento e sull’Unità d’Italia visto che un po’ dei premi partita degli azzurri saranno destinati alla fondazione che promuove i festeggiamenti per il 150esimo anniversario. Buffon parla che sembra Cavour, forse perchè è uno dei pochi a ricordarsi come mai l’Italia ha la maglia azzurra, Cannavaro è un novello Mazzini (“a noi le cose ci piacciono più unite invece che divise”) mentre come al solito c’è chi accusa di nazionalismo spicciolo mentre altri dicono (mica stupidi…) che quei soldi potevano essere destinati altrove. Il possibile 11 di Lippi visto in amichevole (Buffon / Zambrotta-Cannavaro-Chiellini-Criscito / Gattuso-Montolivo-Marchisio / Pepe-Gilardino-Iaquinta) non convince noi che chiedevamo una ripulita totale dei vecchi e il mitico Quagliarella in campo dall’inizio. Staremo a vedere quale sarà l’11 col Paraguay, e soprattutto che figura farà.

4) Un’altra vulgata per nulla stupida è quella secondo cui il calcio, e in particolar modo i mondiali, siano “oppio dei popoli”, usati per far passare qualsiasi importante decisione politica sotto silenzio. Il caso dell’Argentina 1978 è utilizzato come esempio classico. Il dubbio viene anche per l’Italia del 2010, vedendo la legge sulle intercettazioni. Pensare di fare una manifestazione o una qualche protesta in questo mese è quasi utopia. Al massimo si può metter su un corteo se ci rubano un rigore. Ma forse la scarsa platea mediatica su questo tema fa comodo anche a chi lo contesta, vedi giornalisti Rai che hanno potuto essere espliciti nella condanna di quanto deciso dal governo come mai visto prima. E forse, nel silenzio e disiniteresse generale, c’è più spazio per un dietrofront compromissorio del Governo. Anche qui staremo a vedere

5) Chiusura per l’indecente del giorno: il portiere del Messico. In fondo però quel Perez non è nulla di nuovo. E’ solo un deja-vu imbruttito di cose già viste. Il centro-sud america ci ha abituato, negli anni, a personaggi fuori di testa, spacconi e soprattutto sovrappeso. Fra i portieri uno immenso fu Renè Higuita, il ricciolone colombiano che tentava i dribbling, perdeva palla e prendeva gol, ma delle volte riusciva anche a segnare. Il Messico da par suo ha già avuto portieri bassi e un po’ scemi, vedi Jorge Campos. La differenza è che Higuita e Campos erano strani, ma bravini e per quello rimanevano almeno simpatici. Questo è proprio antipatico, oltre che incapace.

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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