{rokbox title=| :: |}images/mondiale1.jpg{/rokbox}Titolare il pezzo su Italia – Messico (1-2) “Messico e nuvole” sarebbe stato banale. E sarebbe anche stato un eufemismo. Qui non si tratta di nuvole: qui grandina. La prima uscita pre-mondiale della nazionale (la seconda è con la Svizzera, fra due giorni) è da no-comment totale. Un disastro. Non conta il golletto di Bonucci alla fine, stasera non ne abbiamo azzeccata una, non siamo mai stati in partita e il Messico (capirai….) c’ha sovrastato. I centroamericani si sono pure mangiati due o tre gol e l’arbitro gli ha rubato un rigore. Che dire dell’Italia?
Si, non siamo in forma e forse c’è ancora tempo per entrare in condizione. Si, i nostri erano tornati dal Sestriere stamani. Si, ci fa bene perdere perchè poi i giornalisti parlano male della squadra e, come da tradizione secolare, la squadra reagisce facendo miracoli. Ma stavolta non credo ci sia miracolo che tenga: oggettivamente la nostra nazionale è una compagine minore, una specie di opera di secondo piano di un grande artista, di quelle che non trovi mai nei libri di storia dell’arte, dipinte con la mano sinistra. Il livello dei giocatori è pari a quello del commentatore Rai, l’insostenibile Salvatore Bagni, basso. Basso rispetto alle grandi nazionali che davvero possono sperare di vincere il Mondiale. Nessuno dei giovani pare in grado di dare la svolta decisiva, e gli “anziani” giocano con la bombola d’ossigeno. Cannavaro, ovviamente, non è quello di 4 anni fa. Ma in tanti arrancano insieme a lui. Sembrano venire da un’altra epoca, fuori dal tempo e dai tempi del gioco disorientati come nobili di fronte alla rivoluzione industriale. Speriamo ovviamente di essere smentiti, ma le speranze di vivere un’altra estate da sogno, come quella del 2006, a cantare po-po-po e a festeggiare per le strade sono già ridotte al lumicino. Ora tutti invocheranno San Pazzini, sperando di replicare Paolo Rossi o Schillaci. Ma non può essere sempre domenica. Se faccio un pronostico mi viene fuori solo un paragone possibile: il 1986. Anche là eravamo campioni del mondo, ma eravamo alla frutta. I giovani ancora troppo giovani, i vecchi già troppo vecchi. Qualificazione soffertissima al primo turno con 3 partite non eccelse, uscita agli ottavi con la Francia. Tutti a casa, addio Bearzot, addio grande gruppo dell’82. Se si evita di sognare, e ci si attiene alla realtà e al calendario, il pronostico è semplice. Se va bene passeremo il primo turno, batteremo la Danimarca o chi per lei agli ottavi, usciremo ai quarti col Brasile o con la Spagna. Chissà, sarà un caso, ma nell’86 in quella nazionale debosciata c’era proprio Salvatore Bagni, e i mondiali erano proprio in Messico…