Chi l’ha detto che i partiti politici sono tutti uguali? Il finanziamento pubblico ai partiti fu istituzionalizzato dalla legge Piccoli n. 195 del 2 maggio 1974. Su proposta di Flaminio Piccoli ( ex DC ) in soli sedici giorni con il consenso di quasi tutti i partiti passò la norma, l’unico che si oppose ( invano ) promuovendo un referendum abrogativo ( settembre 1974 ) fu il PLI non riuscendo tuttavia a totalizzare le firme necessarie. Nel 1978 fallì un referendum abrogativo promosso dai Radicali, nonostante il deciso e massiccio ostruzionismo delle altre forze politiche il “si” raggiunse il 43,6%, quindi abortito.
Bisogna attendere Il referendum del 1993 per vedere abrogata la norma inerente il finanziamento pubblico ai partiti…in un clima di caos magmatico generato dalle scope ( della Lega? No! ) di Tangentopoli. Il referendum abrogativo promosso dai Radicali vede il 90,3% dei voti espressi a favore dell’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti.
E’ finita la commedia? E’ giunta l’ora per celebrare in pompa magna l’esequie del tanto (odioso) amato finanziamento ai partiti? Neanche per sogno più agguerriti che mai in c…capo alla volontà di noi comuni mortali ( per taluni …sudditi ) bella è pronta la più spartana reintroduzione dei “rimborsi elettorali” nel 1994, subito applicata in occasione delle elezioni del 27 marzo 1994.
Tuttavia, considerata la palese violazione dei cittadini a furor di popolo venne introdotto, Il 4 per mille ai partiti politici, siamo nel 1997. Vista l’esigua adesione, il virgulto ed attivissimo Parlamento il 2 gennaio 1997 con la legge n.2 intitolata:
“Norme per la regolamentazione della contribuzione volontaria ai movimenti o partiti politici ” reintroduce di fatto, nostro malgrado, il finanziamento pubblico ai partiti. La legge 2/1997 introduce l’obbligo per i partiti di redigere un bilancio per competenza, comprendente stato patrimoniale e conto economico, il cui controllo è affidato alla Presidenza della Camera. La Corte dei Conti può controllare solo il rendiconto delle spese elettorali.
Di questi giorni, la notizia che queste grandi teste di…( luminari ) tecnici dei partiti, stanno partorendo una proposta o disegno legge inerente nuove forme di finanziamento ( rimborso elettorale ) pubblico ai partiti tutelando una glanost ed una perestroika macroscopica, a tutela di chi? ….del bene Comune e della collettività, ovviamente!
Dobbiamo smetterla di divulgare demagogicamente ed in modo strumentale
– soprattutto alcuni giornalisti – notizie infondate che a capo delle partecipate e municipalizzate ci siano nominati dei partiti, amici d’infanzia, persone competenti spesso con un Curriculum Vitae scarno. Qualcuno azzarda anche le pressioni manifeste o velate vertenti le nomine in generale. Nomine?….è vero! Tutti i Deputati non vengono più democraticamente eletti ( vox populi vox dei ) ma grazie al “Porcellum di Calderoniana patria podestà” l’attuale legge elettorale, semplicemente e più pragmaticamente, tutti sono ipso facto nominati anziché eletti.
Ma non si lamentavano tutti i partiti che occorreva una nuova legge elettorale? Ci stupiranno ancora? Suicuro!… La partoriranno in quattro e quattro – otto…Tuttavia, molti di noi restano sempre in trepida attesa che si decidessero a nominare ( istituzionalizzandolo ) il taglio del 50% dei loro compensi, retribuzioni, vitalizi, privilegi ( anche quelli subiti, loro malgrado, per legge ed impellenti cause di servizio ) ecc.. ecc… ecc…
Cerco, spasmodicamente di trovare, una significativa differenza, ad onor di cronaca e d’inconfutabile verità l’ho trovata. Tra PD e PDL l’unica manifesta grande e tautologica differenza e costituita da una consonante “L” proprio come il Lavoro che non c’è, “L” come le libertà sottratte o subdolamente cancellate e nascoste, “L” come il “tanto” livore (eufemismo) della stragrande maggioranza degli Italiani per le promesse proclamate ( partiti politici) alcune nominate tra facezie e fantoccerie…sempre in atavica attesa vengano concretizzate a favore del tanto decantato Bene Comune, quello autentico, non quello per cui gli uomini di partito si riempiono la bocca!
Occorre recuperare, riavvicinare l’economia e l’etica, perché, come afferma Amartya Sen, ( Premio Nobel per l’Economia 1998 ) in Etica ed Economia, Editori Laterza, 2010, pag.14: “…la natura dell’economia moderna ha subito un sostanziale impoverimento a causa della distanza venutasi a creare tra l’economia e l’etica “.
Fondamentale per uno Stato democratico è mettere assieme etica ed economia tramite una azione politica che tenga ben presente: “…fine dello Stato è il vivere bene ” Aristotele, Politica, 1240b, 40.
Fabio Bray
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In effetti provare oggi a difendere il ruolo dei partiti nella società è impresa difficile se non impossibile, i nani e le ballerine di craxiana memoria, hanno ormai sopravanzato le linee e sono tutti in prima fila. Difficile trovare segni distintivi reali nei partiti oggi presenti in Parlamento. Se poi proviamo a difendere il loro finanziamento pubblico rischiamo la lapidazione. Quello che avviene in questi giorni, ma sarebbe bene dire in questi mesi è sotto gli occhi di tutti. Personaggi squallidi che più o meno a loro insaputa utilizzano danaro derivante dai cittadini per scopi personali di bassa lega (Lega?) e per fini che nulla hanno a che vedere con la politica, quella almeno con la P maiuscola. Chi vuol sbandierare la bandiera dell'antipolitica ha tantissima tela da tessere e tanti ammiratori da soddisfare. Sparare oggi sui partiti, su questi partiti è insomma un pò come sparare sulla croce rossa. Verrebbe da dire che ne hanno combinate così tante che si meritano tutto ciò che viene. E tuttavia una riflessione dobbiamo pur farla, una domanda dobbiamo pur farcela, è un bene tutto questo? a chi serve la devastazione della politica così come si è prodotta in questo Paese ed ancora chi può o deve sostituire la politica in questa situazione? Alcuni mi diranno i tecnici, ma le ricette dei tecnici e il loro approccio alle problematiche della popolazione e dei ceti più poveri sono sotto gli occhi di tutti. Fino ad oggi Monti & friends hanno sciorinato il peggio del peggio, forti con i deboli e deboli con i forti. Mi si dimostri il contrario ed io sono disposto a fare ammenda. E allora? Allora vi è la necesità di fare una cosa diversa, nobile e possibile, che consiste nel cambiare e non distruggere la politica. Ovvero distruggere la politica dei politicanti, degli uomini senza ideali e senza idee e riconsegnarla a persone che vogliano davvero impegnarsi non per le escort o le porsche, non per le vacanze gratis in relais di gran lusso, ma per quello che un tempo si chiamava il bene comune. Qualcuno mi obietterà che queste persone non esistono, non ci sono più. Beh allora sarebbe un bel guaio, allora il problema di questo Paese non sarebbe più da ricercare nella sguaiataggine della classe politica, bensì nel marciume di una nazione intera. Io penso che non sia così, credo che ci siano regole e comportamenti da cambiare, ma che ci siano, che esistno ancora risorse sane. Basta lasciargli gli spazi occupati da trenta anni o più dalle medesime persone. La politica deve essere riconsegnata ai tanti e non ai pochi e deve tornare ad appassionare, ad arricchire culturalmente le persone. Non basteranno persone oneste, ci vorranno persone oneste e competenti, ma soprattutto appassionate, con ideali, con traguardi da indicare, con la voglia di far riemergere il meglio di questo Paese. Non è vero che i giovani non sono interessati a fare politica, ad impegnarsi. Il problema è che i giovani non trovano spazi che sono occupati come sanguisughe da personaggi stantii e tronfi, convinti che dopo di loro ci sarà il diluvio. Sono questi da mandare via, non la Politica. I partiti sono nati e debbono rinascere per essere fucina di idee, di partecipazione del popolo alla vita sociale, culturale ed istituzionale del Paese. A questi partiti, così riformati deve essere garantito anche un finanziamento. Non certo quello cialtrone di oggi. Quello che avviene in altre parti di Europa potrà esserci di aiuto. Dico questo perchè non si può nè si deve incorrere nel grave errore di consentire l'accesso alla politica solo alle oligarchie economiche ed alle lobby di potere economico finanziario. La politica, se la vogliamo trasparente avrà dei costi ma potrà dare anche dei frutti.