di Fabio Comanducci
Leggo volentieri Facebook, anche con i suoi eccessi. Leggo però volentieri anche libri e giornali. Per ultimo, come già raccontato qualche settimana fa, ho cominciato a leggere il Foglio, un giornale che mi appare diverso dagli altri sia come impaginazione che contenuti e argomenti affrontati.
Esce dagli ordinari schemi e affronta i problemi astraendosi dalla immediata realtà, rendendo il giornale sempre attuale e non un usa e getta come i normali quotidiani che, con l’avvento di internet e della televisione, danno sempre più notizie “vecchie”. Il merito del Foglio, come di tutti i giornali e libri, è che gli argomenti occupano più spazio per essere esposti e non rispondono alla logica televisiva e dei social di “una battuta e via” perché non c’è spazio. E così oggi si ragiona per battute, frasi lapidarie che dicono tutto, ma, soprattutto, non dicono niente. Mi viene in mente quella molto accattivante di Salvini, che ripete come un mantra e che nasconde una conseguenza sociologica terribile, prima qualcuno dopo qualcun altro, in una logica competitiva che nella storia dell’umanità ha prodotto una miriade di guerre e conflitti, di cui oggi ci siamo tutti dimenticati ma che, potenzialmente, sono sempre dietro l’angolo. Molti mi incitano ad essere più sintetico nei miei post; io rispondo loro che se l’argomento lo permette, posso lanciare uno slogan, ma non sempre può e deve esser così.
Il Foglio dicevo … da cui riporto alcuni brani di un articolo di Alessandro Barbano che affronta il problema consenso e fiducia partendo dal consenso che produce la questione delle pensioni. Io sono in età pensionabile (molto teoricamente), ma sono anche in forte conflitto di interessi, perché grazie ad un accordo di categoria chiamato “Fondo di solidarietà”, posso usufruire di uno sconto fino a 5 anni durante i quali l’azienda, attraverso appunto un fondo alimentato dalla aziende stesse di settore e dai dipendenti, sostiene l’esodato per i cinque anni mancanti alla pensione con una penalizzazione del salario. Nonostante ciò mi sento in dovere di affrontare questo argomento nella speranza di arricchire la conoscenza e lo spirito critico di chi ha la pazienza di leggermi e stimolare eventuali critiche. Barbano afferma che “C’è qualcuno in Italia pronto a fondare il Partito dei giovani giovani contro quello dei giovani vecchi? Se c’è un leader con le lentiggini … si affretti a scendere in campo e a sfidare quei due giovani vecchi di Salvini e Di Maio, che con i vecchi vecchi vogliono stringere un patto faustiano: eternare il loro consenso condannando l’Italia a diventare un gerontocomio di lusso, una confortevole Villa Arzilla per sussidiati di stato… La manovra si annuncia come il colpo di grazia degli sciacalli nella casa terremotata della gioventù italiana…Tredici miliardi saranno impiegati per garantire pensioni anticipate agli attuali sessantaduenni … otto miliardi serviranno a rimpinguare la pensione minima di altri pensionati …Tredici più otto miliardi fanno ventun miliardi. I due terzi della manovra rischiano di finire in pensioni …(mentre) i giovani hanno peggiorato la loro condizione in una misura che non ha eguali in Europa …”( segue l’elenco delle disuguaglianze con il mondo degli “adulti che non riporto per questioni di spazio). In ultimo riporto altra considerazione per me interessante “… o con gli sconti fiscali offerti ai pensionati per venire dall’estero nelle regioni meridionali, come suggerisce qualche stratega bocconiano della Lega, che conosce l’economia assai meno del sud. E che invece di invertire la fuga dei figli, si preoccupa di incentivare il rientro dei nonni.”
Tutto qua anche se l’articolo è ricco di altri spunti e occasione di riflessione … ecco, appunto occasione di riflessione per andare contro i facili slogan, oltre il proprio immediato e cieco interesse, nella ricerca continua di una verità che come la Chimera resta un qualcosa di irrealizzabile, ma che rappresenta la condanna del genere umano che non si accontenta del forse ma vuole conoscere il domani.
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