di Fabio Comanducci
E’ fatta …. Gli italiani, almeno oltre il trenta per cento dei votanti, hanno deciso. Il governo del Pese per i prossimi cinque anni spetta al Movimento Cinque Stelle. E’ una opportunità che gli italiani tutti non possono perdere o procrastinare di altri cinque anni. Il Movimento 5 Stelle rappresenta la novità assoluta e non possiamo eludere l’aspettativa di tutti gli italiani. Certo c’è chi pensa che tale governo non riuscirà a mantenere le pantagrueliche promesse elettorali, che si scontrerà, piccola barchetta in mezzo ad un oceano, con la corrazzata Europa e con tutti gli agguerriti europeisti, che la propria dichiarata innocenza e purezza si sporcherà presto con le allettanti sirene che ammaliano sempre chi detiene il potere. Ma c’è anche chi è convinto che il nuovo movimento riuscirà a scardinare la farraginosa democrazia italiota, velocizzando la burocrazia, irrobustendo la fragile scuola, investendo su ricerca e innovazione, riducendo il gap con gli altri paesi europei e mondiali in merito alla competitività, diminuendo il divario, ad oggi sempre più marcato, tra i ricchi (sempre più ricchi) e i poveri (sempre più poveri), garantendo pensioni raggiungibili in tempi ragionevoli e di entità decorosa e via dicendo le mille speranze che ciascuno di noi porta nel segreto del proprio io.
Non vogliamo una coalizione che unisca il vecchio, già abbondantemente provato, e cioè Lega, Forza Italia e compagnia bella; queste formazioni politiche hanno già dato e già ampliamente fallito: vi rimando con la memoria a novembre 2011 e alle condizioni in cui ci aveva lasciato la vecchia e uguale coalizione di centro destra, al netto dei presunti e sempre accattivanti e convenienti complotti dell’odiata Europa.
E il PD, del leader mai nato, Renzi, che ha vissuto uno splendore politico della durata della vita di una lucciola … che si è spento presto … direi subito anche se, artificialmente, tenuto in vita dai suoi ammiratori, il Pd dicevo cosa dovrà fare. E’ semplice affermarlo: dovrà ritrovare la sua identità di partito di sinistra, di una sinistra moderna, dalle caratteristiche della social democrazia del nord Europa, ma con i valori, la storia, l’anima della sinistra del Mediterraneo. Dovrà ritrovare l’unità, anzi dovrà, per la prima volta, trovare l’unità, non ritrovare qualcosa che non ha mai avuto dal lontano 1921. Per il PD non è tempo di governare, è tempo di ricucire. E se Di Maio dovesse chiedere collaborazione al PD, vorrei che i compagni ricordassero quando, in analoga situazione ma a parti invertite, Bersani chiese collaborazione al 5 stelle, e dagli stessi fu deriso e beffeggiato in diretta streeming.
No, grazie italiani, il PD ha già dato: nel 2011, appoggiando il governo, Monti permise il salvataggio dell’Italia ma decretò la non vittoria nel 2013, e dopo, come primo partito al pari dell’odierno movimento 5 Stelle, si assunse l’onere di trovare una coalizione che permettesse all’Italia di consolidare il duro lavoro (duro soprattutto per noi cittadini) fatto da Monti.
Il governo Gentiloni consegna ai grillini un’Italia migliore di come l’ha ricevuta, se ne prenda atto … le diatribe elettorali, le finzione e sceneggiate sono finite.
Ora si comincia a fare sul serio
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