di Ivo Camerini, dal blog Libertà Sindacale
Mala tempora currunt, per davvero. E non tanto per le forze nuove nazionaliste che si sono affermate nelle elezioni di domenica scorsa, che al momento si stanno comportando con grande tranquillità istituzionale, ma per l’incredibile, vecchio discorso a reti unificate fatto ieri sera dal segretario del Pd Matteo Renzi.
Una risposta alla sconfitta che è inaccettabile, che, se non respinta e valutata bene da coloro che ancora hanno la testa sulle spalle, potrebbe portare l’Italia alla follia dello scontro civile e politico come mai si è registrato nella storia dei nostri settantanni di Costituzione repubblicana.
Con il suo discorso delle “dimissioni-non dimissioni” Renzi riapre e ripropone tout-court lo scontro referendario chiuso il quattro dicembre 2016. E lo fa con disegno sottile e incomprensibile che rischia di distruggere il Partito democratico, di non avere rispetto di quella grande maggioranza del popolo italiano che pur di rifiutare il suo disegno politico neoliberista macronista, neoreganiano e neothatcheriano, ha votato, a scatola chiusa, Di Maio e Salvini.
Che il segretario del Pd non abbia capito che tanti italiani hanno votato Cinquestelle e Lega proprio per ripicca contro il suo modo di fare e d’intendere la politica italiana,davanti ad una crisi epocale economica e culturale, come una questione di scelta internazionale e di abbandono al loro destino delle persone che non hanno voce, che non ce la fanno davanti alla bufera della globalizzazione, è davvero grave e preoccupante. Il non accettare chi la pensa diversamente, il non accettare che chi rimane attaccato alla Costituzione più bella del mondo, ai suoi valori culturali e societari vissuti come “ultima speme” per un futuro di uguaglianza e di libertà per i propri figli e nipoti in un mondo inselvatichito e da homo homini lupus,è grave. L’andare all’opposizione, cercando di fondare un partito macronista per poi ripresentarsi alle elezioni in breve tempo, è pura follia politica. Ricorda la strafottenza e l’insensibilità dei notabili democristiani davanti al cambiamento italiano dei primi anni 1990, che preferirono la fine della Dc pur di non ascoltare le novità che il popolo invocava a gran voce. Il rigettare la colpa sugli elettori che non ti votano o che sono contrari alle tue idee è davvero infantile e preoccupante per il paese, per gli italiani e per le italiane marchiati come stupidi e come webeti. Non so come andranno le cose nei prossimi venti giorni in cui qualcosa di certo verrà fatto. Ma sarebbe bene che chi ne ha la possibilità dicesse a Renzi (e compagnia) che non si scherza con il popolo. Non si scherza con le istituzioni tirando in ballo la Presidenza della Repubblica. Non si scherza con i poteri forti che da sempre dicono la loro in Italia. Non si scherza con il ceto medio-basso della borghesia che ormai non sbarca più il lunario e che , come sempre è avvenuto nella storia, potrebbe scegliere di affidarsi nuovamente ad un uomo forte. Un uomo forte che non risponde, almeno da quello che si sente dire per strada, all’identikit di un Macron italiano. Il discorso di ieri sera pone davvero il Pd davanti al rischio di una sua implosione, di una sua distruzione, altro che di una sua ricostruzione in termini di democrazia maggioritaria come sognano Renzi e i suoi. In quel “panta rei” ( fiume in cui tutto scorre) che è Fb, ieri sera mi si è domandato come usciremo da questa situazione di voto che,anche per colpa di una legge elettorale farraginosa e forse incostituzionale come il “rosatellum”, non ha dato la maggioranza assoluta a nessuno. Ho risposto ancora con ottimismo che il nuovo parlamento con due maggioranze relative diverse , cioè assegnate alla coalizione del centro destra e al partito dei Cinquestelle, riuscirà a trovare una quadra utile al bene generale dell’Italia. Un’ Italia che , come tanti altri paesi è da un decennio investita dal ritorno dei venti nazionali ottocenteschi che, in America e altrove, hanno già avuto successo. Hic Rhodus , hic salta. Qui è l’ostacolo, qui salta.Comunque ripropongo per coloro che amano ancora la civile discussione la risposta che ieri sera ho dato su FB.“Cara amica… il popolo sovrano si è espresso..siamo una Repubblica a democrazia parlamentare eletta con legge proporzionale al settanta per cento ( lasciamelo dire, una legge farraginosa e molto sporca voluta da Matteo Renzi, da Berlusconi e da Salvini) e ora il pallino è nelle mani dei due rami del Parlamento ( Senato e Camera) che dovranno trovare una quadra utile al paese oppure tornare al voto nel giro di uno o due anni con una legge elettorale vera (o di natura proporzionale o di natura maggioritaria). Ci sono stati dei vincitori, nel senso di liste che hanno preso più voti, e degli sconfitti nel senso liste che hanno perso voti rispetto al 2013. Il vento del ritorno alla sovranità nazionale ha premiato i Cinquestelle e la Lega. Tra venti giorni sapremo se avremo un governo che rispecchi questa richiesta di maggioranza relativa del popolo italiano. Altro non è possibile dire. Tieni presente che in Germania hanno votato a settembre e ancora non hanno un governo. In Spagna sono due anni che hanno un governo di minoranza. In Belgio sono sei anni che hanno governi di minoranza. Queste sono le forche caudine del nostro tempo e per queste tocca passare a coloro cui compete di mettere in piedi un nuovo governo, sapendo che il quattro marzo il popolo sovrano ha votato in un certo modo. Per me questo è il quadro su cui riflettere da parte di chi dovrà ragionare a livello di istituzioni. Se poi nessuno trova i numeri nel nuovo parlamento per fare un governo, si tornerà a votare in settembre ottobre,ma non credo che ciò avvenga perché sono in troppi coloro che per la prima volta sono stati eletti e qualche annetto di legislatura la vorranno fare anche per ovvi motivi di rispetto al mandato popolare avuto seppur in maniera non nitida. Se vuoi davvero sapere come andrà a finire, qualora Di Maio non trovi un proprio accordo per spendere il grande capitale politico raccolto e se Salvini non ha fretta di andare a Palazzo Chigi, secondo me , avremo un governo di centro destra affidato a Tajani che troverà in aula i pochi numeri che,sembra, servano loro ad avere la fiducia parlamentare. Naturalmente avere all’opposizione un partito giovane e di buona volontà come i Cinquestelle non sarà come bere un bicchiere d’acqua, anche perché il popolo sembra molto attratto dalla forza giovane e nuova che Di Maio e la sua visione di Terza Repubblica incarnano ”.
Ivo Camerini