Il giorno dopo avverti una strana sensazione. Cammini per le strade del paese, incontri le persone, saluti gli amici. Un po’ dovunque respiri l’effetto della scossa tellurica determinata dall’esito della consultazione elettorale appena avvenuta. Per la prima volta, in misura marcata, certificata da meri riscontri aritmetici, il voto lucignanese premia le forze politiche di centro destra. Si rompe, come per incanto, una storia lunghissima caratterizzata da sempre da un consenso ampio per i partiti della sinistra vecchia o rinnovata. È un vero e proprio terremoto quello che si è abbattuto nei seggi elettorali nella giornata di domenica scorsa. E la sensazione, parlando con la gente di qui, è che la botta abbia questa volta lasciato il segno, al di là delle dichiarazioni di circostanza fatte dai dirigenti locali che tendono a rimarcare l’ovvia differenza tra il voto della consultazione politica rispetto a quello delle amministrative oppure la sostanziale tenuta – rispetto ad altre realtà – del consenso del PD, ancora primo partito in termini di consensi raccolti.
In verità, non è proprio così. Al di là di letture schematiche o di valutazioni “d’ufficio”, il quadro politico lucignanese appare segnato in maniera pesante da una serie di fattori che meritano di essere indicati: la coalizione di centro destra, formata da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia – UDC ottiene un risultato notevole, che supera anche a Lucignano i dati ottenuti dai partiti di centro sinistra tutti inclusi (PD, ma anche Liberi e Uguali, Potere al Popolo, Partito Comunista, Per una sinistra rivoluzionaria), ovvero 825 voti contro 760; il PD conquista alla Camera 565 voti e al Senato 544, denunciando una oggettiva erosione di consensi che conferma un trend negativo consolidato nelle più recenti consultazioni elettorali politiche (non amministrative); la Lega tocca la percentuale record del 21,82% al Senato che ne fa anche qui il primo partito della coalizione di centro destra staccando in maniera evidente la stessa Forza Italia; si assiste ad un risultato tutto sommato in linea con il dato nazionale (molto negativo) di Liberi e Uguali (3,17 al Senato), incapace di drenare l’emorragia di voti del PD; il Movimento 5 Stelle è oggi la seconda forza politica locale, ad una incollatura dallo stesso PD.
L’analisi testé fatta tiene conto dei dati emersi dallo scrutinio della lunga nottata elettorale. Merita quindi una riflessione che investe necessariamente quei partiti oggi puniti dall’esito di questa tornata. In primo luogo il PD. Parlando con la gente per la strada o nei bar, nelle sale d’attesa degli ambulatori medici (tutti ottimi punti di riferimento per un riscontro attendibile degli umori della piazza…), si percepisce da un lato lo stupore per una avanzata prepotente delle forze politiche di centro destra e dei 5 Stelle a fronte di una vera e propria débâcle del centro sinistra, da sempre punto di riferimento obbligato nello scenario politico di Lucignano. Emerge allora – da questo confronto molto empirico – una sostanziale conferma delle verità contenute nei risultati del voto di domenica. Il risultato negativo del PD nasce da lontano, ovvero da una evidente mutazione genetica di un partito che ha nel tempo perduto i caratteri per così dire informativi di una forza politica che ha nel suo DNA l’idea stessa di un Paese ancora capace di coniugare i princìpi di uguaglianza, trasparenza, pulizia morale, attenzione ai bisogni delle classi sociali più deboli, tutela di diritti primari come salute, sicurezza e soprattutto lavoro. Nell’immaginario collettivo il PD appare come una forza di puro governo locale, molto conservativa e incapace di dialogare con larghi strati della popolazione (in particolare, con i giovani). Non è però solo una questione di linguaggio. Ridurre il flop elettorale ad una sorta di deficit comunicativo sarebbe un modo molto banale di declinare il problema. Manca, a detta di molti elettori intervistati, un respiro ampio nell’agire politico di questo partito, tutto impegnato nella gestione del governo locale e di fatto incapace di intercettare i disagi e le aspettative di tanta gente. Così, il percorso del PD negli ultimi anni è contraddistinto quasi esclusivamente dalle capacità più o meno evidenziate dei suoi amministratori locali, quasi che Sindaci e Assessori possano essere identificati come gli unici depositari di proposte politiche più ampie. In verità, il refrain delle risposte ottenute da larga parte del popolo di sinistra che ha assistito a questo tracollo fa riferimento ad un giudizio molto negativo sulla linea intrapresa dal gruppo dirigente nazionale e locale del PD. Nonostante la successione dei governi a guida di esponenti di quel partito, i problemi sociali, economici e politici sono tutti drammaticamente aperti. Oggi – a detta dell’elettorato di centro sinistra – questi problemi incontrano risposte regressive che richiederanno da ora in poi opposizioni radicali ed allo stesso tempo determinate insieme ad un progetto politico finalmente credibile. La sinistra non è credibile se non è cambiamento, se non conduce ad un rinnovamento continuo, se non è coerenza.
Le prospettive quali sono? A poco più di un anno dall’appuntamento elettorale per il rinnovo delle amministrazioni locali emerge la preoccupazione per un risultato negativo che potrebbe avere riflessi significativi nelle stesse prossime consultazioni comunali e regionali.
Ci viene in soccorso la riflessione acuta e sofferta di due elettori di Lucignano, che hanno votato PD e Liberi e Uguali. Concordano su queste valutazioni: l’umanità stravolta dalla crisi economica che ha investito il Paese chiede risposte. Oggi le trova nella rabbia xenofoba dal momento che non ha avuto di fronte una sinistra credibile, attrezzata e coerente! Ora, dopo il flop elettorale, per il mondo del centro sinistra si annuncia una lunga traversata nel deserto. Un lavoro assai impegnativo, ove occorrerà mettere in campo nuove generazioni e nuovi linguaggi, i territori, le esigenze e le potenzialità e soprattutto un forte spirito unitario. Mai come in questo momento deve nascere davvero una nuova storia. Che guardi avanti e guardi lontano. Con i piedi ben piantati nelle periferie sociali ed umane. Con la testa alta di chi vuole scrutare l’orizzonte migliore dove portare i propri figli e le proprie speranze di cambiamento.
Guido Perugini
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