Di Giancarlo Bellincampi
A parer mio, checché se ne dica, la massa degli elettori di oggi è molto più informata, preparata e quindi più matura di quella di qualche decennio fa, quando non accedeva alla informazione televisiva né ai dibattiti sulla rete, e quindi non vota più a favore dei partiti indicati da Don Camillo o dall’On. Peppone, ma di quelli che promettono quel che essa desidera, attaccando le elite del paese che la dominano da sempre, di fatto bloccando il sistema democratico.
Populismo chiamiamo, con disprezzo, questa tendenza alla democrazia diretta, senza la intermediazione delle classi borghesi culturalmente e/o economicamente medio-alte, tendenza che, però, secondo me, esprime semplicemente la giusta volontà democratica di essere governati da strutture politiche e amministrative che facciano quel che hanno concordato con gli elettori.
Non voterò mai un Di Maio o un Salvini, che per fortuna comunque da noi nei loro partiti non ci sono, ma noi “di sinistra”, se a Cortona fra quattro mesi non vogliamo perdere il Comune, dobbiamo riflettere su questo cambiamento dell’elettorato e studiare una strategia ad esso adeguata, che, fra l’altro potrebbe, oltre che mantenerci “al potere”, far avanzare la democrazia nel territorio.
Molto sinteticamente penso che dovremmo coinvolgere gli elettori discutendo con essi approfonditamente, ed impiegando professionalità competenti, dei loro problemi di fondo e delle loro aspettative; mettere a punto un programma tecnico-politico da presentare alla popolazione arrivando alla più larga adesione possibile, ritoccandolo ove necessario, affinché la maggioranza dei cittadini lo comprenda e condivida, come fosse “suo”, tentando di realizzare una forma di “populismo positivo e democratico”, in cui l’elettorato possa avvalersi pienamente della democrazia partecipativa ed intermediata dalle istituzioni parlamentari, piuttosto che delle urla sgrammaticate e prive di senso degli attuali governanti che maldestramente cercano di imitare Don Camillo e l’On. Peppone.
La sinistra sta sparendo perché, senza tener conto di queste riflessioni, si allontana dagli elettori, avvicinati magistralmente, come successe all’inizio del secolo scorso, con i discorsi, fatti alla loro pancia, da balconi italiani e tedeschi; Di Maio dal balcone di pal. Chigi e Salvini sul molo di Siracusa ne sono una testimonianza da non ignorare.
Apprezzo Andrea Bernardini, anche se avrei preferito ancora Francesca Basanieri, come d’altra parte stimo Meoni, ma qui non si tratta solo di decidere chi governerà Cortona, ma di riportare sui territori la Costituzione e la Democrazia di cui essa è alla base, per evitare le tragedie innescate dai “balconi”.