Farò una dichiarazione choc: viva la festa della donna! Eh sì, la mia ormai nota idiosincrasia verso le feste comandate (soprattutto quelle nate nell’epoca dopo Cristo) non riguarda la ricorrenza dell’8 marzo. Perché? Perché, nonostante la parità di genere non sia più un’utopia (almeno in Italia), è anche vero che ancora c’è molto da fare e penso sia giusto ricordare quanto è stato fatto nell’ultimo secolo per dare i diritti più basilari alle donne – per approfondire le motivazioni storiche, leggasi il pezzo di Erica Rampini.
Poi, va bè, come ogni festa comandata che si rispetti, oltre alle mimose fioriscono anche i rami rigogliosi della retorica. Come quando il 27 gennaio tutti siamo contro il razzismo, e poi negli altri 364 giorni dell’anno assistiamo quotidianamente a scene di discriminazione, che sia essa razziale, religiosa o sessista.
Quest’anno poi l’8 marzo vien di venerdì, e quindi quale occasione più propizia per voi donne per festeggiare? Eccoci al punto, è qui che voglio fare un appello. Donne, fatevi furbe. Notoriamente nella sera dell’8 marzo le donne escono da sole, si svestono della loro Grazia apollinea e desiderano cadere nelle braccia di Dioniso, anche solo simbolicamente, anche solo per dare un segnale all’uomo. Detto terra terra, stasera ci saranno spogliarelli maschili per un pubblico femminile, e si ripeteranno scene di donne su di giri che, in nome di una poco chiara libertà di genere, vogliono dimostrare la loro identità comportandosi come dei maschi gretti. E, anche le più sobrie, stasera si riuniranno in cene di gruppo dove solo Dio sa di cosa si parla e dove l’importante è cancellare dal mondo l’altro genere umano.
A me sembra quasi che la ricerca dei pari diritti, a volte, si confondi con la forzata ricerca di uguaglianza in toto fra uomo e donna. Ma niente e nessuno potrà mai eliminare le differenze fra maschio e femmina, differenze dettate dalla Legge di Natura e da semplici alchimie ormonali. Ci sono aspetti della sfera sociale in cui le donne non potranno mai competere con gli uomini (il senso dell’orientamento, per esempio), ma ci sono altri in cui invece avviene l’esatto contrario, e uno di questi è proprio la loro Grazia che le rende così speciali. Quando le donne cancellano la Grazia (penso alle scene raccapriccianti di donne che si tirano i capelli in discoteca), cancellano la loro Femminilità, cancellano loro stesse. E la Grazia non è solo portamento o eleganza. Ci sono donne femminili anche se guardano il calcio (riferimenti puramente casuali, vero Monia?), ci sono donne non femminili anche se si mettono i tacchi per andare a fare la spesa.
Anzi, quelle che non possono uscire di casa se non hanno chili di trucco addosso sono l’esempio lampante che, più o meno inconsapevolmente, alle donne piace esser desiderate e – attenzione – è giusto che sia così, perché dimostra la loro superiorità e dimostra che senza donne noi uomini saremmo dei gorilla che mugugnano! Quindi faccio un appello all’altra parte del cielo: battetevi (termine scomodo, ops) per i vostri diritti, festeggiate, insultateci all’occorrenza; ma per favore stasera non imitateci, boicottate gli spogliarelli, non ubriacatevi che sennò diventate oscene. Parafrasando il povero Vittorio Arrigoni: donne, vi prego, restate superiori.