{rokbox title=| :: |}images/assembleacastiglioni.jpg{/rokbox}In un teatro comunale diviso a metà tra opposte tifoserie fischianti e plaudenti, abbiamo assistito al grande spot pubblicitario che la Maccaferri ha esibito per propagandare il suo piano di riconversione dell’ex Zuccherificio Castiglionese.
Sono stati mostrati filmati con dirigenti, manager, docenti universitari, intervistati da un acquiescente giornalista di Teletruria, che all’unisono magnificavano il progetto di doppia centrale ad olii e biomassa, di un campo da golf e di un grande villaggio, promettendo posti di lavoro a iosa, benefici economici per l’agricoltura, per l’industria di trasformazione, per la società castiglionese e per la Valdichiana tutta.
Spero che non abbiano assistito altri sindaci dei comuni vallivi, altrimenti Castiglioni corre il rischio di vedersi scippare cotanto “ben di dio”.
In tutta questa orgia di dati più che positivi, c’erano i politici a comportarsi da semplici spettatori ed a recitare la particina del cane da guardia che né abbaia e tantomeno morde. Solo promesse di vigilanza. Non una sola, vera domanda ai vertici Maccaferri.
E qui mi corre l’obbligo di complimentarmi con i dirigenti della Società, per essere stati più che bravi nel vendere il loro “paccotto”, convincendo pure della sua bontà quasi tutti gli altri soggetti interessati (organizzazioni agricole, politici e amministratori vicini e lontani). Non mi pare, invece, che abbiano convinto la gran parte dei cittadini, i quali continuano a domandare:
1 – Perché la Maccaferri ha presentato un unico progetto di riconversione? Forse perché sa costruire solo impianti in grado di beneficiare dei soldi pubblici (cip6)?
2 – Perché la Maccaferri ha sempre insistito per inserire anche la linea a biomasse? Forse per poter un giorno, modificato il forno, bruciare i rifiuti? Quei rifiuti tanto “schifati” a parole, ma che portano soldi anch’essi, eccome, visto che vengono portati fino in Germania (e che i tedeschi siano bischeri non ci credo!).
3 – Perché il Comune pare sempre più deciso a fare un immenso regalo a quella ditta che a suo tempo, fra gli zuccherifici da chiudere scelse di inserire anche quello castiglionese? Il permetterle una mega colata di cemento al Giuncheto, liberargli pure l’area dall’ingombrante centrale (che non inquina e non crea problemi, ben inteso, ma un po’ più distante dal villaggio per ricchi è meglio …),e – pare – rinunciando perfino agli sbandierati indennizzi (soldi per l’acquisto dell’antico ospedale, strutture sportive pubbliche ecc.), è di certo un gran regalo!
4 – Nessuno si accorge che molti dei decantati posti di lavoro sono solo temporanei (legati ai lavori di costruzione) e/o a tempo determinato?
5 – Quale sarà il vero consumo d’acqua, fra centrale e campo da golf?
6 – Quali saranno le vere emissioni di sostanze nocive, visto che studiosi indipendenti hanno più volte fornito dati preoccupanti al riguardo di questi impianti? Chi ha ragione?
7 – E’ etico bruciare produzioni agricole potenzialmente da alimentazione umana, quando quasi un miliardo di persone muore di fame?
E poi, adesso sorge anche un’altra domanda. Sappiamo che in genere le centrali a biomasse vengono costruite in aree industriali, anche per poter utilizzare al meglio il teleriscaldamento, con il calore prodotto. A Castiglioni c’è l’area ex zuccherificio, che è un’area industriale; ci sono le altre aree produttive.
Perché portare la centrale in piena Valdichiana, in un’area sostanzialmente integra dal punto di vista paesaggistico? Non mi si dica che dov’era l’ex zuccherificio c’è il pericolo di alluvioni per una centrale e non per centinaia di case!
Il luogo oggi prescelto per la centrale è un’area di pregio, a due passi da un nucleo di case leopoldine un tempo poderi della fattoria di Frassineto, oggetto di un imponente restauro; coloro che sono andati ad abitare lì, lo hanno ha fatto per avere una vita tranquilla, in un ambiente sano e ora si vedono l’esistenza sconvolta da una centrale a due passi da casa.
Con tutto lo spazio esistente, possibile che si doveva portare la famigerata centrale proprio là, a due passi da Cesa e da Poggio Ciliegio, comuni di Marciano ed Arezzo, i cui abitanti non possono neppure tentare una rivalsa alle prossime elezioni comunali? O forse è stata questa la “furbata”: con questo spostamento ai confini, si cerca di riportare all’ovile i tanti elettori di Manciano e La Nave, che alle recenti elezioni hanno disertato, così come si tenta di far rientrare nel partito di maggioranza quei dirigenti autosospesisi, tutti residenti intorno all’ex zuccherificio?
Credo che sia doveroso, per associazioni culturali ed ambientali, chiedere a soprintendenza, direzione regionale e ministero competente, di valutare le condizioni per porre un vincolo paesaggistico sull’area