Un lettore, che ci chiede di restare anonimo, ci racconta quella che probabilmente è stata la giornata più difficile della sua vita. Colto da un infarto, è stato soccorso e curato dalle nostre strutture sanitarie territoriali. Stavolta, al contrario di altre, la sua è una testimonianza estremamente positva. Ringraziamo il lettore per questa testimonianza augurandogli una pronta guarigione
“Storia Ordinaria”, mi hanno detto dopo, per il nostro sistema di intervento in emergenza con particolare riguardo ai problemi cardiologici. Ma per me, quasi sessantenne, che dall'”appendicite” di oltre quarant’anni fa non avevo più visto un ospedale da paziente ricoverato è stata un’esperienza straordinaria. Poco dopo le dodici di domenica, 4 Agosto, insieme a mio figlio e mia moglie abbiamo realizzato che il dolore nel petto, sotto lo sterno, che mi sentivo poteva essere una cosa grave e mia moglie ha chiamato il 118.
Erano le ore 12 17′ 58″.
Alle ore 12 23′ 43″ è arrivata, dal punto di emergenza territoriale di Monte San Savino, a casa mia, nella periferia del paese, l’ambulanza con i Volontari della Croce Bianca che erano di turno, quel giorno, per svolgere il servizio di emergenza-urgenza della nostra USL 8.
Quattro persone, l’autista, un soccorritore, una soccorritrice infermiera e un medico, che con una straordinaria efficienza, velocità e “calma determinazione” hanno svolto con alta professionalità tutto quello che era necessario e intendo esami, somministrazioni di farmaci, verifica dei parametri vitali e molte altre cose che non so definire con termini precisi . Il giovane medico ed il suo staff, con una perfetta padronanza della situazione, hanno teletrasmesso il mio elettrocardiogramma e le altre informazioni del caso al reparto di cardiologia di Arezzo in modo che lì si potessero attivare già durante il mio trasporto per predisporre il necessario all’intervento immediato sulla base di una diagnosi già definita in larga parte attraverso i dati trasmessi.
Partenza da casa alle 12 46′ 58″, arrivo all’ospedale alle 12 59′ 30″ con accoglienza immediata nella sala operatoria del reparto di “Emodinamica” della Cardiologia dell’Ospedale San Donato di Arezzo dove un altro staff, già pronto e perfettamente organizzato, ha iniziato immediatamente l’intervento necessario ed appropriato per “trattare la patologia”. Da qui in poi entriamo nel tecnico ed io mi esprimo invece con i termini che conosco.
Ho visto un ambiente altamente tecnologico con uno staff affiatato guidato con determinazione e sicurezza da un giovane medico che mi ha definitivamente messo fuori pericolo utilizzando tecniche di intervento moderne ed efficaci. La tappa successiva è stata la Unità di Terapia Intensiva Cardiologica, altro ambiente ad alto contenuto tecnologico, nel quale sono rimasto per il successivo intervento e le terapie del caso.
Una realtà altamente professionale, coordinata egregiamente, con personale medico ed infermieristico attento e disponibile dal quale ho ricevuto un’assistenza solerte ed efficace con anche quel calore umano che aiuta a superare una fase, quella della malattia, di ovvia difficoltà e preoccupazione.
L’ultima fase di osservazione del decorso post-intervento, da mercoledì a venerdì, l’ho trascorsa in Cardiologia, altra parte di questo sistema con le adeguate caratteristiche di professionalità, dalla quale sono stato dimesso appunto venerdì con tutte le indicazioni ed i farmaci necessari ad arrivare al successivo controllo già fissato.
So che rischio di scadere nell’ovvio, visto che devo la vita a questa organizzazione, ma ho piacere di ringraziare tutti coloro che compongono questo sistema, coloro che hanno contribuito a crearlo e renderlo efficiente e offro questa testimonianza, realistica e direttamente vissuta, di una esperienza straordinariamente positiva per segnare pubblicamente un grosso punto a favore della nostra sanità pubblica.
Ho avuto comunque una “fifa blu” ma, ho saputo dopo, mi sono trovato affidato ad una fra le quattro o cinque migliori cardiologie d’Italia e ad un sistema di emergenza territoriale dei quali possiamo essere orgogliosi.
Penso che possano ugualmente andarne fieri tutti coloro che, con vari livelli di responsabilità, fanno parte di questo sistema.
A tutti loro va il mio profondo e sentito ringraziamento.
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