Cari Giuseppe e Stefano, ma soprattutto cari sindaci di Arezzo e Chiusi,
ho letto sui giornali delle vostre disfide sulla nuova stazione di Media-Etruria (o di Mezza Valdichiana, come la chiamo io , già dal 1998, nel rappresentare i problemi dei pendolari verso Roma). Come sapete sono fuori, da oltre trent’anni, da ogni interesse partitico e ci conosciamo personalmente in quanto tutti e tre praticanti della buona politica, dei valori universali della persona umana, del vivere pacifico e solidale sia sul piano sociale che civile.
Proprio per questo mi permetto di scrivervi questa breve lettera sulla questione della Stazione di Media Etruria.
Trovo fuori luogo e devastante il vostro dividervi e volerci far dividere in antichi, anacronistici campanilismi pro-Rigutino o pro-Montallese.
In una questione come questa della costruzione di una stazione dell’alta velocità ferroviaria si deve guardare solo al futuro dei nipoti di quella nuova regione che presto, prima che s’immagini, si chiamerà Nuova Etruria o Macroregione dell’Italia centrale.
E in questa prospettiva non esiste alternativa a Farneta. Se la politica avesse ascoltato i cittadini e i lavoratori pendolari (mi riferisco in particolare al Convegno di base che tenemmo, nel duemila, alla sala Civica di Terontola dove intervennero quasi tutti i sindaci dell’area Trasimeno, ma anche ai tanti interventi sui media aretini e perugini) la nuova stazione dell’alta velocità oggi sarebbe già una realtà in quel di Farneta.
A Farneta infatti esiste già un sito naturale già predisposto. E’ il campo base che servì, per oltre dieci anni, a costruire l’attuale direttissima Roma–Firenze e viceversa.
Ora riattivare quel sito e trasformarlo in una moderna, spartana stazione dell’alta velocità è un gioco da ragazzi che costa poco sia allo Stato sia al privato. Non reca nuove offese allo straordinario ambiente naturale della Valdichiana e si può realizzare in meno di un anno.
Basta che la politica lasci da parte i campanili e abbia la volontà sincera di servire il bene pubblico; lasciando fare a tecnici competenti ed onesti che sappiano realizzare futuro e non speculazioni. Su quest’ultimo assioma sono sicuro che siamo d’accordo e che anche voi siete con la gente perbene che ancor oggi crede nell’Italia e nell’Europa dei popoli. E anche noi, che discendiamo dagli antichi etruschi, saremo un nuovo popolo dell’Europa unita solo se sulle questioni fondamentali sappiamo guardare alle necessità di chi verrà.
Infatti solo la Stazione di Media-Etruria a Farneta è il futuro di un territorio che va da Arezzo ad Orvieto, da Perugia a Siena, dalla Val Tiberina al Monte Amiata.
Attardarci su una discussione pro campanile di tizio o di sempronio sarebbe come voler affrontare le questioni del villaggio globale affidando le comunicazioni ai piccioni viaggiatori o dire che Internet è solo un gioco per elites pittoresche.
Con i più fraterni saluti.
Ivo Camerini – Pendolare e Sindacalista CISL
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