La stampa locale di venerdì 7 settembre 2012 ha riportato un’autorevole esternazione in cui, accanto ad una argomentata presa di posizione contraria ai silos che dovrebbero sorgere in località Fratta, si rilancia l’ idea di installazioni eoliche sul monte Ginezzo, Cortona, al fine di produrre energia elettrica. Chi scrive concorda pienamente con la posizione contraria all’ installazione di silos paesaggisticamente insostenibili con la localizzazione ipotizzata.
Visto che si parla di Fratta, colgo l’occasione per rendere merito a coloro i quali (l’allora consigliere comunale Landi ed altri) 10- anni orsono impedirono che nella stessa località venisse installato un allevamento industriale di polli dall’impatto ambientale non sostenibile.
Con franchezza, devo però esplicitare oggi la mia ferma opposizione all’installazione di pale eoliche sul monte Ginezzo.
Sottolineo oggi poiché in passato, la mia posizione ha cambiato di segno, passando da un iniziale atteggiamento favorevole di 8- anni fa (allorchè l’argomento prese campo coi deliberati della Provincia di Arezzo, in forza dei quali Ginezzo rientrava fra i siti del territorio provinciale potenzialmente vocati all’installazione di impianti eolici per la produzione di elettricità) alla posizione attuale nettamente contraria a tale installazione.
Una delle poche risorse su cui l’Italia potrà contare nei prossimi anni è il turismo che premia il nostro paese per uno strepitoso missaggio di arte, vestigia storiche ben conservate (finora), tradizioni enogastronomiche e, soprattutto, paesaggio. In tutto questo, Cortona è una delle poche realtà che “regge la botta”. Ma l’attrattività turistica non è una pianta che sorge spontaneamente, di cui possiamo cogliere i frutti quando ci pare. E’ una pianta fragilissima, che va preservata amorosamente, anche con dolorose rinunce.
Come è contronatura pretendere il gelato bollente, altrettanto illusorio è il pensare che Cortona possa all’un tempo costituire un’attrattiva per gli ospiti desiderosi di tranquillità e di ritmi umani (per fortuna ancora si sente l’eco di quando Cortona si definiva “città del silenzio”) ed allo stesso tempo far riempire Rugapiana, od altre strade del centro storico, di locali pubblici urlanti e/o dagli ambigui scopi (per fortuna ancora futuribili) nell’illusione di intercettare diverse sensibilità turistiche.
Energie cosìddette alternative (impianti industriali di biomasse, eolico, impianti fotovoltaici a terra) offrono gradi diversi di capacità di inquinamento ambientale, ma, a giudizio di chi scrive, presentano due caratteristiche comuni che le rendono assolutamente non accettabili.
La prima è quella di essere degli enormi ammortizzatori sociali: stanno in piedi solo grazie ad incentivi economici che sono al di fuori di qualsiasi logica economica. Questi incentivi, non finanziati dallo Spirito Santo, ma dalle nostre bollette, fanno sì che in Italia l’ energia elettrica costi il 30 per cento più che all’ estero.
La seconda caratteristica entra più nel tema specifico di questo scritto. Le forme di energia elencate violentano, anche se in forme graduate, il paesaggio, che -delle componenti di attrattività turistica prima citate- è la più importante, perche gli sfregi ad esso arrecati sono immediatamente percepibili.
Per rendere economicamente interessante un impianto energetico eolico sul Monte Ginezzo la società multinazionale ACCIONA prevedeva (progetto esposto al centro convegni Sant’ Agostino, Cortona, in data 25 febbraio 2006) l’ installazione di 15- aerogeneratori (torri con pale giranti alte ben oltre i cento metri). Non so da quanti chilometri sarebbero visibili tali manufatti: so che comunque sarebbero una pazzesca ferita per il paesaggio di Cortona e non solo.
Con buone intenzioni (quelle di cui sono, ahinoi, lastricate le strade dell’ inferno) qualche entusiasta tra il pubblico plaudì al progetto che veniva lì esposto, sostenendo che una volta realizzato esso avrebbe costituito un richiamo turistico. E’ probabile che ciò sarebbe vero: i mostri, come la nave Concordia inclinata al Giglio, attirano turisti. C’ è però una bella differenza: la Concordia tra breve sarà rimossa, i mostri eolici sul monte Ginezzo rimarrebbero in pratica per sempre.
Almeno inizialmente una categoria di turisti sarebbe assicurata: quella costitituita dagli operatori e dagli abitanti delle cittadine turisticamente concorrenti di Cortona che verrebbero a rifarsi gli occhi alla vista di uno dei più clamorosi autogol paesaggistici e turistici dell’ Italia e non solo.
Raimondo Tedesco
(settembre 2012)
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Gli incentivi economici vanno inquadrati in una ottica a lungo termine. Tanto è vero per esempio che gli incentivi per il fotovoltaico stanno diminuendo (vedasi il V conto energia) proprio perché aumenta la convenienza dell'installazione grazie a prezzi sempre più bassi dovuti ad una produzione su vasta scala.
Le pale eoliche, a mio avviso, sono un arredo affatto stonato al paesaggio. In tutti i posti in cui le ho viste sono rimasto piacevolmente colpito perché sono un simbolo ecologico di intregrazione uomo-natura. Il rumore poi è una leggenda metropolitana: a 100 metri dall'installazione già non si sente più nulla. Magari erano i primi modelli ad essere più rumorosi. Nella sua analisi inoltre non affronta minimamente il problema di quanta energia si potrebbe produrre. Cosa che mi sembra fondamentale nella valutazione costi/benefici.
La invito a leggere questo mio articolo:
https://www.valdichianaoggi.it/blogs/il-bisbetico-donato/voce-del-verbo-nucleare-7103410.html
Buonasera Sig. Tedesco, che il generatore eolico non sia particolarmente gradevole all'aspetto Le do ragione, così come non lo è il fotovoltaico. Io comunque gradisco molto di più un qualcosa di non particolarmente bello piuttosto di un qualcosa particolarmente dannoso per la salute, a partire dalle centrali a carbone, improbabili centrali a biomasse e comunque tutto ciò che viene bruciato (fatta eccezione per il biogas che mi sembra onestamente valido).
Io turista sarei più contento di visitare la verde ed ecologica Cortona autoalimentata a vento piuttosto che a biomasse!
Sugli incentivi sono abbastanza allineato con quanto Lei afferma; gli incentivi fondamentalmente sono quelli che hanno spinto gli speculatori ad investire nelle rinnovabili, a scapito di tutti e tutto. Confermo anche ciò che dice il Sig. Apollonio, il V conto energia ha diminuito sensibilmente gli incentivi che probabilmente subito dopo i primi mesi del 2013 andranno a scomparire.
Nelle bollette ovviamente ognuno di noi quota parte continuerà a pagare all'infinito, ma questa la faccenda è veramente troppo complicata!
Un Cordiale Saluto
al Sig. Tedesco consiglio questo link http://www.gabrieleviti.org/gabrieleviti.org/eolico/eolico.html
Gabriele Viti
Concordo con molto di quanto scritto dal Sig Raimondo. Io rimango dell'idea che le rinnovabili debbano essere "a misura d'uomo". Per essere chiari: si privilegino i piccoli impianti di autoconsumo rispetto ai grandi impianti. Sono ovviamente d'accordo anche con l'inizio dell'articolo in cui si fa riferimento all'impianto di stoccaggio a Santa Caterina. Un impianto industriale messo in una zona a forte vincolo paesaggistico, con punti progettuali francamente poco chiari, con un'ottusa insistenza a posizionarlo proprio su quell'appezzamento sarò malizioso, ma proprio non trova il mio giudizio positivo.
Sono invece meno in sintonia con l'affermazione secondo cui le rinnovabili sono responsabili del caro bolletta. Ci vuole una più ampia prospettiva perchè le rinnovabili hanno un costo, ma anche molti benefici. Il fotovoltaico produce di giorno ed immette corrente nella rete così facendo aumenta l'offerta di elettricità nelle ore di picco e, come leggi di mercato comandano, si riducono i prezzi unitari quando aumenta l'offerta. Senza contare l'energia pulita e l'autosufficienza che con piccoli impianti si raggiunge. Non sta certo poi ad un comunista come me difendere i privati che ci speculano su questo settore, ma credo che si debba avere una vista più ampia evitando di ricorrere troppo a lenti di ingrandimento.
Comunque un buon articolo
Saluti a tutti
il problema è che siamo in forte emergenza. non possiamo perdere altro tempo. per me è inconcepibile che qualcuno stia ancora a pensare a fattori secondari come il rumore, l'estetica o gli incentivi mal gestiti in un momento in cui le calotte polari si stanno sciogliendo a ritmi vertiginosi e il clima sta impazzendo. Ma nessuno si è accorto del caldo da record di quest'estate e della tremenda siccità? che cosa deve succedere ancora per farci aprire gli occhi???
Mi trovo perfettamente in sintonia con il pensiero di Donato Apollonio, ben venga l'eolico sul monte Ginezzo e speriamo in tempi brevi!