A novembre 2012 ricorre il 10°anniversario dell’Unitre Terontola. Se sono trascorsi dieci anni e tuttora è in piedi con risultati interessanti un numero consistente di persone nella zona, bisogna a questo punto riconoscere che il bilancio è positivo. Tuttavia io continuo a chiedermi quello che mi chiedevo all’inizio: università terza età (ok?), perchè il ritornello delle tre età, se è uno slogan passi pure, ma se è un criterio fondamentale e operativo, toglie ogni peculiarità all’ originaria università della terza età, ne fa una semplice associazione culturale.
Eppure l’Unitre nazionale e le sedi locali in tutta Italia si muovono utilizzando questi concetti base. Non sono d’accordo, ma al di là delle definizioni contano i contenuti e quindi superiamo l’empasse.
Ora tenuto conto che il livello di istruzione nelle università delle terza età (dette altrove “università popolari”, termine che qualifica meglio gli utenti e soci) si aggira mediamente sulla media inferiore e che quindi è indispensabile una didattica adeguata a quel livello, anche se l’anziano dispone di un ampio patrimonio di esperienza che lo ha comunque maturato mentalmente, mi chiedo come se la caverebbe un professore di lettere di fronte ad una terza media dove alcuni alunni gli chiedono il perché della crisi nazionale e mondiale che ci attanaglia. Bene, io ho 64 anni e non disponendo di qualsiasi fondamento di economia e di finanza, non so nulla sull’argomento, non ci capisco nulla e penso che essendo io digiuno di tutto, faticherebbe molto chiunque cercasse di spiegarmelo. Ma ricordo che anche nella scuola media, se non al liceo, se alcuni alunni ponevano un “perchè” su un argomento di attualità molto sentito, era molto difficile per un insegnante sgattaiolare ed evitare l’ostacolo. Quindi con un linguaggio e una didattica adeguati, dopo aver chiarito a se stesso alcuni concetti e fatti (il professore deve documentarsi), il docente cercherà di spiegare con parole semplici, esempi adeguati concreti, senza astrazioni, il perché di una congiuntura che ci piove addosso. E’ costretto a farlo.
Perchè (è un esempio) questo non deve avvenire nelle università popolari dove tutti anziani e meno anziani, di ceto e cultura diversi, vogliono capire una realtà che tocca la loro vita quotidiana? Così si può raggiungere una massa di persone e non una semplice affezionata élite. Questo è un esempio, il più difficile e con risvolti drammatici. Ma altri temi posti nello stesso modo e con lo stesso impatto sul vissuto esistenziale della gente, potrebbero essere tratti dall’educazione civica, dal diritto, dalla storia del novecento e da un esame politico geografico del mondo attuale.
Poi se si riesce ad ottenere adesioni anche su altri argomenti, come la storia del pensiero scientifico (non è male) o sulla letteratura o sulle letterature, la storia antica, ok.
Spero che, tolta la polemica e l’animosità di certi interventi del passato non recente sulle vicende dell’Unitre Terontola,
possa essermi finalmente spiegato. L’importante è che non si consideri ogni mia critica puramente strumentale.
Con i più cordiali saluti ed auguri
Giuseppe Bronzi