Lentamente è inesorabilmente stiamo assistendo più o meno impotenti ad un declino culturale in questa nostra Italia attanagliata da una esasperante crisi economica e morale. A causa dei problemi giornalieri riguardanti l’occupazione e con bilanci familiari sempre più precari, viviamo la crisi culturale come una problematica marginale e di non primaria importanza, ma che sul lungo termine inciderà molto sulla nostra vita.
Le scelte fatte recentemente in materia di tagli non hanno aiutato certamente a formare cittadini consapevoli del grande patrimonio artistico presente in ogni dove nella penisola italiana e hanno lasciato scoperto un nervo sempre più dolorante per non saper dare risposte concrete ai possibili fruitori stranieri. D’altra parte, cosa aspettarsi da un Paese che non riesce ad aprire la stagione operistica del suo teatro più importante, La Scala, con un’opera del suo compositore più significativo, Verdi, in occasione del bicentenario? Milano ha eseguito Wagner, l’esatta antitesi del Maestro di Bussetto. La stessa città che, con Verdi morente, come fosse al cospetto di un eroe, decise di stendere paglia sulla strada adiacente al suo letto di morte per non disturbarlo con il frastuono delle carrozze, questa volto lo ha tradito. Che si sia persa totalmente la cognizione delle cose? Le responsabilità sono nuovamente da addurre alla classe politica o piuttosto a una Paese ormai composto da vuoti cittadini?
Si assiste ormai ad una cancellazione progressiva delle coscienze togliendo ore di insegnamento di materie come educazione artistica e musicale nelle scuole di ogni ordine e grado, lasciando agire solo il buon senso delle famiglie nel trovare forme di educazione alternative. Il risultato è che ormai gli autori delle canzoni pop vengono osannati alla stregua di redivivi Manzoni, con buona pace della metrica e delle orecchie.
Quando una persona non riesce a capire l’opera lirica, una pièce teatrale, non resta affascinato da un quadro bisogna domandarsi cosa ha perso durante il suo percorso educativo. La arti dovrebbero essere considerate importanti alla stregua delle materie scientifiche. Fino ad un paio di generazioni fa i nostri nonni erano in grado di fischiettare arie tratte da opere liriche, non solo da Traviata o Bohème, conosciute e popolari, ma anche da titoli poco conosciuti e oggi quasi scomparsi dal repertorio. Grazie a questa sorta di involuzione si sono fatti errori madornali, puntando molto sulla sponsorizzazione del prodotto “culturale” di massa pensando che debbano contare più i numeri che la qualità. Non è questa la vera cultura. Tali prodotti, spinti all’estremo da agguerriti uffici stampa e da mass media continuamente in cerca di audience, non fanno altro che trascinarci verso il basso con la forza dei loro stessi numeri. Vengono così tralasciati aspetti fondamentali: la conoscenza della nostra arte e dei grandi nomi del passato ma, soprattutto, la valorizzazione delle eccellenze.
All’estero esistono strutture idonee per l’apprendimento artistico; auditorium e laboratori ottimamente attrezzati, sono la norma in ogni scuola riuscendo a coprire praticamente quasi tutte le arti, con il risultato che gli studenti sono stimolati continuamente. I giovani (udite, udite!) frequentano i concerti classici abitualmente perché sono stati educati a farlo e, vi assicuro, conoscono un repertorio molto vasto.
Sta comunque a noi dare un segnale di svolta alle istituzioni tutte, adagiate sugli allori della mediocrità e preda delle loro stesse manie di protagonismo.
Che sia giunto il momento di scrivere nuovamente “VIVA VERDI” sulle mura dei mediocri?
Francesco Attesti
Si sa come Umbria Jazz, in ormai dieci lustri, abbia portato a Perugia e dintorni,…
Convegni, tavole rotonde, degustazioni enogastronomiche, mostre fotografiche e documentali tutto dedicato all'animale simbolo della Valdichiana:…
“E io vado a mangiare dallo zio Ernesto!!” Scommetto che se solo avesse un ospitale…
È uscita la nuova guida di Condé Nast Johansens per una vacanza in una delle…
Nel genere da me e da tanti altri amato c’ è sempre stata la contrapposizione…
TOP TEN Mussolini il capobanda. Perchè dovremmo vergognarci del fascismo di Aldo Cazzullo,…