Per chi è appassionato di telefilm, in particolar modo di quelli a “stelle e strisce”, sarà familiare il classico scambio di battute tra vicini di casa, uno dei quali accusa puntualmente il protagonista della serie di avergli rubato il giornale dal proprio giardino. Prendendo spunto da questa situazione televisiva piuttosto comica, qualche giorno fa ho bussato alla porta del mio vicino e, con fare burrascoso ho chiesto delucidazioni sulla sorte del mio giornale. Colto alla sprovvista, dopo un primo attimo d’incertezza, il vicino ha risposto che non aveva idea di cosa stessi parlando.
Pensando a un abile tentativo di depistaggio, ho insistito in modo intransigente sulla mia linea d’attacco: volevo immediatamente indietro le mie copie del mensile d’informazione comunale di Castiglion Fiorentino: “Il Giornalino di Castiglioni”, tanto per intenderci.
E qui è arrivata la sorpresa: il mio vicino era infatti convinto che fossi stato io a prendere le sue copie.
Dopo uno scambio di battute piuttosto colorite, siamo giunti alla conclusione che nessuno dei due aveva le copie dell’altro e che forse, più realisticamente, “Il Giornalino di Castiglioni” non era mai arrivato.
Spinto da genuina curiosità ho chiesto in giro, sperando che, in un momento di distrazione, il postino avesse semplicemente saltato la mia cassetta per le lettere.
Quello che mi sono invece sentito dire è che, da alcuni mesi, nessuno aveva più ricevuto il giornale, scagionando in questo modo il mio fidato portalettere a cui mando un caro saluto, sottolineando la sua indiscutibile professionalità.
La domanda sorge quindi spontanea: dov’è finito il mio giornale?
Che abbia subito la stessa sorte de “Il Chiodo Fisso”?
Che sia una delle tante vittime di quei fatti con cui a Castiglion Fiorentino si sta rispondendo alle critiche che piovono un po’ da tutte le parti sull’attuale leadership amministrativa?
Oppure sarà ancora una volta la mia logica erronea e non condivisibile che non ha fatto arrivare il giornale nelle case dei castiglionesi?
Quesiti complessi che richiedono un’attenta riflessione.
Stefano Milighetti