Gentile Signor Lupetti,
mi permetta di svolgere alcune considerazioni sul Suo interessante intervento, a proposito delle Primarie del centro-destra in vista delle prossime Amministrative. Se io condividessi la Sua implicita convinzione della bontà delle Primarie, nel selezionare profili individuali e collettivi di leadership politica, ne sottoscriverei ogni parola
Purtroppo,per le ragioni che mi appresto ad argomentare ,non sono affatto convinto che tale strumento sia sempre all’altezza del compito. Più che mai nei tempi difficili che stiamo attraversando.Nei quali si manifesta, con forza ,la tendenza ad intorbidare le acque nella corretta relazione tra ricerca del consenso, organizzazione e leadership. I capisaldi di ogni sistema autenticamente democratico; che noi italiani, per ragioni tante volte indagate e che all’occorrenza potremmo riprendere,tendiamo a separare ed unire ,a discrezione,senza preoccuparci troppo dei danni conseguenti alla Nazione ed al suo governo. Intendendo quest’ultimo come capacità di realizzare programmi che giovino davvero alla comunità nazionale. Ne abbiamo sentite tante negli ultimi venti anni. Da quando, per l’appunto,i partiti che animarono la vita politica italiana persero, definitivamente, prestigio ed autorevolezza: nella crisi innescata dall’implosione del sistema sovietico e dall’esaurimento ideale e finanziario della Prima Repubblica. La necessità di restituire al Paese una adeguata direzione politica,da allora ad oggi,è stata affrontata rilanciando in modo esasperato il valore individuale della leadership. Col focalizzare, in specie ,le sue caratteristiche propagandistiche, agitatorie e retoriche (per sorprendersi,poi,del dilagare del cosiddetto populismo e della cosiddetta anti-politica) e trascurandone,corrispettivamente, quelle caratteristiche più solide ,più rare e ben più apprezzabili in chi dovrebbe aspirare a ruoli di direzione politica. Ad esempio, il possesso di reali competenze: tecniche,intellettuali,artistiche. Ed ancora:una certa qual congruenza del profilo personale di chi si candida a ruoli politici ,con le responsabilità ad essi inerenti:se uno vuole fare il consigliere comunale ,il Sindaco o il parlamentare dovrebbe dimostrare una relativa e corrispondente adeguatezza a questo o quel ruolo. Ed eccoci al problema che le Primarie intenderebbero risolvere e che,invece, a mio avviso,nelle condizioni e nel contesto italiano,nell’ipotesi più benevola, neppure sfiorano. Per quale ragione? Consenso,organizzazione e leadership vanno ogni volta ripensati e riformulati nella loro relazione reciproca:se si vuole fare sul serio politica. E’vero negli Stati Uniti ed è vero a Cortona. Con una differenza decisiva. Negli Stati Uniti le Primarie sono lo strumento di selezione della classe politica, perché hanno solide radici nella cultura politica ed istituzionale democratico-calvinista del paese. Nella quale il senso della libertà e della responsabilità individuale,ed una corrispondente organizzazione istituzionale (tutto ciò che,perdoni la semplificazione,è “pubblico”) non hanno riscontri con la mentalità e le vicende di casa nostra. Per essere ancora più chiaro: la formazione del consenso,il ruolo e la funzione dei Partiti, la relazione tra governanti e governati in America ed in Italia, sono cose talmente diverse da indurre a seri dubbi, sulla bontà dell’innesto delle Primarie sulla pianta della politica nostrana.Se mi concede una ipotesi malvagia,il teatrino delle Primarie,da noi, è un’arma di distrazione di massa; per eludere,ancora una volta,il tremendo problema di come restituire vitalità ad un sistema politico da troppo tempo in crisi profonda.Perlomeno dagli anni ’60 del secolo scorso. Allorchè la modernizzazione delle strutture produttive del Paese,e le forme corrispondenti di rappresentazione politica delle contraddizioni e dei conflitti che essa produceva, si separarono drammaticamnte. Ed avviarono quel declino che è ormai sotto gli occhi di tutti e che desta le preoccupazioni, e le angosce ,perlomeno,dei cittadini più consapevoli.
Consenso,organizzazione e leadership stanno insieme e cadono insieme:nelle svolte,talora drammatiche, della vita di una comunità politica..Questo nei Paesi delle Primarie doc.sisa da svariati secoli.Da noi le Primarie sono una sorta di Zecchino d’Oro o di Miss Italia, che non si sa se fanno ridere o piangere. In quei Paesi i partiti sono strutture aperte all’innovazione e pronte a servire,con la loro capacità organizzativa,la piattaforma politica che la competizione per la leadership ,attraverso le Primarie,periodicamente ridefinisce. Come Lei ben sa,i partiti italiani sono dei circoli chiusi,delle massonerie,delle burocrazie:tutto quello che vuole,salvo che dei luoghi dove esiste davvero innovazione culturale e politica. Spero di non averLa tediata ,affrontando diffusamente quella che mi sembra una stravaganza (le Primarie)poco utile per cambiare la politica:locale o nazionale. Mi permetta, per concludere, di esprimerLe un apprezzamento. Lei ha introdotto una seria riflessione sugli elementi essenziali della formazione del consenso da queste parti. Auguriamoci che le prossime amministrative, ed il percorso che condurrà ad esse, creino una nuova maturità politica a Cortona. Ogni lunga marcia comincia con un passo. E’ una vecchia saggezza cinese che torna a proposito.
Cordialmente
Felice De Lucia