A lungo si è parlato dei silenzi del Sindaco Cesarini, silenzi incomprensibili alla portata dei più.
Silenzi incomprensibili all’informazione abituata alla fila per uno strumento gratuito di autopromozione.
Silenzi incomprensibili a chi ti attacca a mezzo stampa e già prepara compiaciuto l’ennesima intervista, in risposta all’inevitabile replica, che invece non arriva
Silenzi incomprensibili alle madri che perdono il posto di lavoro che attendono risposte che invece spettano a chi amministra la cooperativa che le assume e le licenzia secondo convenienza.
Silenzi incomprensibili a chi come me al suo posto avrebbe sfruttato mediaticamente il fatto di prestare opera gratutita, rinunciando allo stipendio, di pagare di tasca propria trasferte e consulenze alla ricerca di una soluzione nell’interesse di Castiglioni.
Silenzi incomprensibili persino ai suoi familiari che ben conoscono l’operato e l’integrità di loro padre e marito.
Ma quando il silenzio diventa impegno, competenza, serietà.
Quando il silenzio diventa rispetto sempre ed in ogni circostanza verso i pochi membri sani di un Partito la cui maggioranza ti considera scomodo e non ti invita a certe riunioni;
Quando il silenzio significa rispettare chi non la pensa come te, chi ha meno competenza di te, quando significa perdere tempo prezioso che corre inesorabile, per garantire a tutti la possibilità di verificare le loro tesi anche se errate o irrealizzabili;
Quando il silenzio significa non gettare in pasto al popolo Gesù e Barabba ma attendere pazientemente sotto la pioggia di fango che la giustizia faccia il suo corso;
Ecco che inizio a comprendere il vero significato di un vecchio detto che recita ‘Le parole sono preziose, ma più prezioso è il silenzio’.
Ed allora caro Enrico comunque vada a finire domani, abbiamo tutti imparato qualcosa, e probabilmente domenica riuniti per pranzo, ti rimprovereremo un pò meno per i tuoi soliti ‘silenzi’.
Con Affetto
Julian Faralli
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i vincoli di parentela portano a giustificare tutto. Questo mi sembra il senso della accorata lettera del Sig. Faralli. Lo comprendo ma non lo giustifico. Quando una persona assume una carica diventa personaggio pubblico a tutto tondo ed ha il dovere di informare, replicare e qualche volta tirare fuori gli artigli. Le storie si possono raccontare in mille modi ma l'epilogo della vicenda castiglionese con le dimissioni del Sindaco si chiama "fuga dai propri doveri". Gli affetti familiari sono importanti ma più importante è il rispetto verso chi ti ha dato fiducia.E quel rispetto esige che tu lavori fino in fondo per trovare soluzioni. Non mi pare che i silenzi di Cesarini indichino un lavoro certosino dietro le quinte per risolvere i problemi. Da quello che trapela appare una persona che pur avendo ricoperto il delicato incarico di Assessore alle Finanze, cerca in ogni modo una via di fuga. Non informando la propria giunta su quello che faceva, non informando il gruppo consiliare, non dialogando com il partito ch lo aveva eletto. Tutto ha il sapore di una decisione già presa fina dal momento dell'insendiamento, basta andare a leggere le dichiarazioni del Sindaco dei mesi di maggio/giugno quando già dava per scontato il dissesto senza lasciare spazio ad altre soluzioni che, a detta di alcuni, c'erano e si potevano trovare. Il silenzio in questo senso si spiega non con il rispetto verso gli altri ma con la presunzione di chi ha già deciso e non ammette repliche. Comprendo l'affetto meno il giustificazionismo.
Contrariamente a quanto lei possa pensare Sig. Sonetti, si chiama così vero? Sono in buona parte d’accordo con lei e la ringrazio per alcune affermazioni che considero complimenti per il parente.
Mi limito a riassicurala che vedrà ben presto ed ancora per molto tempo Sindaci di suo gradimento che non fuggiranno dalla propria poltrona, che ‘dialogheranno’ con il partito, con gli ‘interessi’ rappresentati dai consiglieri.
Ma in un paese ricco di storia, dove aimè la storia difficilmente insegna, qualcosa per fortuna inizia a cambiare.
Gli spettatori iniziano a stufarsi del film di natale nel quale sempre più spesso il regista sceglie molti attori che portano gente al cinema piutosto che preoccuparsi di fare un buon film.
Infine dissento dalla sua convizione che ‘la parentela giustifica tutto’. Se la pensa così, mi auguro vivamente che lei non si occupi di politica.