Gent. Direttore,
a seguito dell’articolo del Sindaco di Lucignano “Lucignano: nessuna centrale a bio-gas” del 4 maggio scorso, vorrei esprimere alcune considerazioni in merito all’argomento trattato. La produzione di energia elettrica e termica da impianti a biogas rappresenta una tecnologia ormai ampiamente diffusa in Europa e nel nord Italia, non altrettanto si può dire per la nostra realtà. Al fine di permettere a tutti di farsi un’opinione più documentata sulla problematica in oggetto, provo a descrivere sinteticamente cosa è il cosiddetto biogas.
Il “biogas” è un processo biologico di fermentazione operato da microrganismi che, in assenza di ossigeno, trasformano parte delle sostanze organiche complesse (carboidrati, proteine, lipidi) presenti nella biomassa utilizzata, in un gas (biogas) costituito essenzialmente da metano (60-70% ed anidride carbonica (25-35%). Il vantaggio del processo è che dalla biomassa originaria si produce un gas combustibile, ad elevato potere calorifico, che costituisce una fonte rinnovabile di energia.
Sotto il profilo ecologico l’utilizzazione di biogas consente di ridurre l’emissione di gas serra.
La CO2 prodotta dalla combustione del biogas ricavato dalla digestione anaerobica pareggia il bilancio dell’anidride carbonica emessa in atmosfera: infatti la CO2 emessa dalla combustione del biogas è la stessa CO2 fissata dalle piante (o assunta dagli animali in maniera indiretta tramite le piante), al contrario di quanto avviene per la CO2 emessa ex-novo dalla combustione dei carburanti fossili.
Ulteriore vantaggio ambientale del biogas, è quello di impedire la diffusione nella troposfera del metano emesso naturalmente durante la decomposizione di carcasse e vegetali: il metano è infatti uno dei gas-serra più potenti ed è quindi auspicabile la sua degradazione in CO2 e acqua per combustione. L’emissione di 1 kg di CH4, in un orizzonte temporale di 100 anni, equivale ad emettere 21 kg di CO2.
Le principali matrici utilizzate per l’alimentazione degli impianti sono le colture agricole dedicate o sottoprodotti (paglie, ecc.) ed i reflui zootecnici.
L’utilizzo di liquami e letami animali si traduce con ulteriori benefici ambientali per il minor apporto di nitrati in falda e per la riduzione della emissione dell’ammoniaca.
Da non sottovalutare inoltre la forte riduzione dei cattivi odori che si originano dallo spandimento nei terreni agricoli dei reflui zootecnici, con evidenti problemi di convivenza fra le attività zootecniche e quelle residenziali e turistiche.
Il substrato di risulta dopo il processo di digestione anaerobica si definisce “digestato” che redistribuito sui terreni agricoli, agisce da ammendante sulla fertilità fisico-chimico-biologica del terreno. Ciò determina un duplice beneficio ambientale: la riduzione dell’uso di concimi chimici e dell’inquinamento delle falde, la riduzione del consumo di energia e dei gas-serra derivanti dalla produzione dei concimi stessi.
Mi permetto, infine, di commentare alcune affermazioni del Sindaco di Lucignano.
Dice il Sindaco che …un impianto in tal senso comporterebbe una trasformazione edilizia dei suoli non facilmente reversibile…
Senza sottovalutare l’impatto derivante dalla parziale cementificazione dell’area interessata, occorre precisare che per questi impianti è prevista la presentazione di un piano di dismissione che può essere garantito mediante sottoscrizione di garanzia fidejussoria.
In secondo luogo si deve considerare che per “alimentare” un impianto di 1 mWe è necessario mantenere in coltura circa 150 ettari di terreno agricolo, in funzione delle colture attuate o dei residui derivanti dalla coltivazione. Ciò significa prevenire l’abbandono dei terreni agricoli, con tutte le conseguenze paesaggistiche e ambientali, oltreché occupazionali. Rischio più reale che potenziale, considerando che l’attuale prezzo dei prodotti (grano duro a 12 euro il quintale) non garantisce di coprire nemmeno il costo di produzione, e l’andamento dei mercati non sembra prospettare niente di buono almeno nel breve-medio periodo.
In terzo luogo tale impianto che “consumerebbe” 1 ettaro di territorio ogni 150-250 ettari, con un indice di consumo del suolo pari a circa lo 0,5%. Ben poche attività produttive presentano un indice così basso.
Il Sindaco esprime inoltre un’altra preoccupazione, per altro legittima: …una gestione logistica non sopportabile dato l’ampio numero di mezzi di trasporto necessario al continuo approvvigionamento dell’impianto che avrebbe necessitato circa 27.000 T annue di prodotti….
Anche in questo caso è opportuno fare alcune precisazioni.
Il traffico che tale attività verrebbe a generare è quello derivante dal trasporto delle biomasse vegetali e reflui zootecnici dal luogo di produzione al sito di impianto. E’ evidente, pertanto, che non si va a determinare un incremento di traffico in termini assoluti, perché le biomasse sarebbero comunque state oggetto di movimentazione: es. il mais al centro di stoccaggio, il liquame trasportato con il trattore per essere distribuito su un’ampia superficie agricola.
Al contrario, considerando che per ragioni di convenienza economica, si tende ad utilizzare biomasse derivanti da terreni il più possibile limitrofi all’impianto, è lecito attendersi una riduzione complessiva del traffico gravante sul territorio comunale.
Il Sindaco, infine, sottolinea l’impossibilità da parte dell’Amministrazione, di poter verificare …l’esatta provenienza dei materiali di alimentazione.
In tal senso occorre sottolineare come ciò vale per tutte le attività produttive che, pertanto, non dovrebbero essere anch’esse autorizzate. Inoltre, ritengo che non sia corretto mettere preventivamente in dubbio l’onestà di un imprenditore, la cui attività potrà essere sottoposta a sorveglianza da parte dei numerosi enti preposti al controllo del territorio: ASL, ARPAT, Polizia Municipale, Polizia Forestale, Polizia Provinciale, NAS, NOE, Guardia di Finanza, ecc.
Si sa come Umbria Jazz, in ormai dieci lustri, abbia portato a Perugia e dintorni,…
Convegni, tavole rotonde, degustazioni enogastronomiche, mostre fotografiche e documentali tutto dedicato all'animale simbolo della Valdichiana:…
“E io vado a mangiare dallo zio Ernesto!!” Scommetto che se solo avesse un ospitale…
È uscita la nuova guida di Condé Nast Johansens per una vacanza in una delle…
Nel genere da me e da tanti altri amato c’ è sempre stata la contrapposizione…
TOP TEN Mussolini il capobanda. Perchè dovremmo vergognarci del fascismo di Aldo Cazzullo,…