Ieri è morto Umberto Lenzi, uno dei miei registi preferiti che in 4 decenni di carriera ha eccelso in tanti generi del cinema, uno fra tutti quello che la critica colta chiamava con un po’ di snobismo “poliziottesco“.
Era la metà degli anni ’70 e in quelle pellicole si raccontava l’Italia delle grandi metropoli del centro-nord, quella della fine del boom, in cui cominciava ad acquistare forza la delinquenza organizzata in un clima politico e sociale sempre più bollente. La polizia “aveva le mani legate”, pochi mezzi e poca libertà d’azione, il cittadino onesto viveva nel terrore mentre si susseguivano furti, scippi, rapine, aggressioni, omicidi con sempre più efferatezza.
Ecco allora che un qualche commissario di ferro, molto spesso impersonato dal glaciale Maurizio Merli, lottava osteggiato da colleghi e superiori, combattendo il fuoco col fuoco…
Quei film si chiamavano Roma Violenta, Milano Odia, Roma a mano armata. Qualcuno, forse, li ha visti da bambino e quando in questi giorni si è messo a descrivere la realtà notturna del centro storico cortonese ha un po’ calcato la mano raccontando qualcosa che non esiste, un po’ per suggestione personale, un po’ per farci la solita speculazione politica.
Recuperiamo prima di tutto l’obiettività, dunque, e cerchiamo di sviluppare un ragionamento utile.
Primo elemento: Cortona non è Roma violenta.
Se c’è un problema furti e rapine questo semmai è più nel territorio, nella Valdichiana tutta, dove i furti nelle case (e negli esercizi commerciali) sono frequenti, ma con molto meno rilievo sui giornali (e qui la colpa è anche nostra).
Nel centro di Cortona, al momento, si sono registrate 3 rapine alle gioiellerie negli ultimi 4 mesi. Le gioiellerie per loro natura sono più esposte ai furti, questi c’erano pure 20 o 30 anni fa (anche se più di rado). Quindi il saggio che ha sentenziato “Quando c’erano solo alimentari e negozi di mutande i furti a Cortona non c’erano” non si può certo dire che abbia torto e di sicuro non è corretto parlare di “cittadini esasperati” e altre simili amenità.
In attesa che qualcuno, tanto per dare fiato alle trombe dell’esagerazione, proponga le ronde notturne (ben sapendo di non avere il fisico per farle), teniamo quindi il cinema al suo posto e torniamo alla realtà.
Secondo elemento: la più efficace prevenzione è la presenza delle forze dell’ordine
Nessuno dei vari commentatori e “politici” vari si è sognato di dire, non so davvero per quale motivo, che se i ladri non sapessero di poter agire in pieno centro storico totalmente indisturbati e di avere a disposizione molto tempo probabilmente andrebbero a compiere i propri crimini altrove.
La prima cosa, la più logica da pretendere è quindi che chi deve controllare il territorio abbia uomini e mezzi in numero adeguato e li gestisca e organizzi nel modo più proficuo.
Su questo esistono strumenti istituzionali per analizzare le situazioni e cercare se non soluzioni definitive, almeno delle migliorie. Si passi prima di tutto per quelli, allora.
D’altronde, come abbiamo visto in un divertente articolo di qualche giorno fa, anche nel ‘500 si rispose al dilagare della violenza fra le mura della città etrusca aumentando i presidi delle forze dell’ordine. E’ tutto perfettamente logico, no?
Terzo elemento: le telecamere non sono la panacea
Lo so che fanno figo, ma non è sempre vero che contribuiscano a prevenire i delitti nè tantomeno a risolvere i casi.
Proprio a Cortona il secondo furto dei 3 prima citati è stato ripreso totalmente da una telecamera della ZTL, ma in fin dei conti a poco serve osservare degli individui incappucciati che arrivano a piedi, compiono il furto e se vanno in tutta tranquillità sempre a piedi.
Anche se la telecamera fosse stata “in rete” con una centrale operativa, cosa indubbiamente auspicabile, il risultato sarebbe cambiato di poco. Alla telefonata del cittadino, che c’è sempre stata (in tutti e 3 i casi), avremmo sostituito l’immagine vista da qualche agente in uno schermo, avremmo risparmiato forse qualche minuto, ma sarebbe comunque mancato un pronto intervento sul luogo del furto.
Quarto elemento: la sicurezza pubblica la paga il pubblico, quella privata dovrebbero pagarla principalmente i privati
Col discorso telecamere si dimentica un elemento: installarle e tenerle in funzione costa. E allora scusatemi, ma io credo che se esse vengono installate con la quasi unica finalità di proteggere alcune attività commerciali “a rischio” esse rientrano più nella sicurezza privata che in quella pubblica. E’ bene quindi che il privato faccia uno sforzo significativo.
E potrebbe farne pure un’altro, che potrebbe rappresentare quantomeno un dignitoso palliativo al secondo elemento che ho citato sopra, ossia alla mancanza di efficaci presidi delle forze dell’ordine nel territorio: pagare qualche compagnia privata di vigilanza e tenere un agente fisso nel centro storico. Così almeno i ladri sapranno di doversi dare una grossa regolata.
Che poi, fra l’altro, è proprio quello che accade in Roma violenta…
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