di Fabio Comanducci
Nulla sarà come prima … questa è la considerazione che dobbiamo fare ogni volta che ci apprestiamo a immaginare, programmare il nostro futuro. La solitaria esperienza che ognuno di noi sta vivendo in questi mesi ci induce a reclamare la riconquista della vita “precedente”, mentre ciò che dobbiamo costruire non è il nostro passato, ma il nostro futuro. Come vorremmo l’Europa tra vent’anni? … e l’Italia? … e Cortona? Tutti, gli amministratori, i commercianti, gli imprenditori e i cittadini stessi si augurano di tornare ai passati fasti, a vedere il centro storico pieno di turisti, con i tavolini pieni di clienti, con Rugapiana ricca di passeggio e le strutture ricettive del territorio con prenotazioni dal tutto esaurito. Se torniamo indietro con la memoria, con la serenità necessaria per essere oggettivi, non possiamo però non rivendicare, già da prima, la necessità di un cambiamento, di una seria programmazione del flusso turistico, sia in termini di qualità che in termini di quantità.
Molti affermano che con i virus dovremo imparare a convivere, che sono loro la vera sfida del futuro per l’Umanità, almeno quella del mondo cosiddetto “civile”, cioè occidentale o occidentalizzato: per altre parti del globo terrestre le priorità sono altre quali la sopravvivenza dalle guerre e dalla fame.
In questo ottica Cortona ( per l’Europa e l’Italia lascio ad altri il compito di valutare e scegliere) deve operare un enorme cambiamento nella sua proposta turistica, cambiando l’offerta e non gli attori. Il primo pericolo è quello di soccombere “all’angoscia del vuoto e all’ansia della ripartenza”.
Nulla sarà come prima, sia nel 2020 che negli anni successivi. Dobbiamo ora costruire una solida base di idee e progetti che guardino, con attenzione ed amore per la nostra terra, il futuro che vogliamo costruire. Bisogna trasformare, come dicono gli esperti in comunicazione, le criticità in opportunità. E quindi tiriamoci su le maniche e su questo ragioniamo.
Innanzitutto è indispensabile un saggio intervento dell’Amministrazione pubblica in tre direttrici: supporto economico alle aziende e strutture sia in termini di sovvenzioni che in termini di riduzioni tributarie. Spetta inoltre alla Amministrazione Comunale incentivare e favorire le iniziative dei privati, assicurando che le stesse siano parti di uno stesso unico progetto di rilancio e di rafforzamento della fidelizzazione del turismo a Cortona. Infine occorre una piena sinergia tra Amministratori e soggetti privati con competenze e conoscenze che, insieme, possano disegnare il prossimo futuro del Comune di Cortona.
Ho letto con interesse un comunicato del Comune di Cortona nel quale si parla di ricerca di risorse per supportare chi ne ha necessità e, in merito al rilancio del turismo, ad un generico riferimento alla possibilità di ampliare lo spazio a disposizione degli esercizi di ristorazione, per aumentarne la capienza. Questa in particolare è una alternativa già proposta in molte realtà (Roma e Milano per esempio). Ma a Cortona è realizzabile una proposta del genere? Cortona non ha grandi strade, anzi non ha rughe che garantiscano la “distanza sociale” in presenza di affollamento. Unici spazi sono le piazze su cui si affacciano solo pochi esercizi … e gli altri? Bisogna ripensare il modello intiero di città, la gestione dei flussi turistici, la distribuzione e gestione dei parcheggi, la usufruibilità delle strutture con turni e relative prenotazioni, la ripartizione del flusso turistico in tutto il territorio del comune, sia in campagna che in montagna, e via dicendo. Occorre anche richiamare i turisti, che inizialmente saranno in gran parte italiani, con esigenze e abitudini diverse dagli stranieri, soprattutto anglosassoni, che in passato popolavano il nostro territorio. Ma per fare tutto ciò è necessario ricorrere alle nuove tecnologie, già in parte presenti per Cortona, ma non sufficienti per mancato aggiornamento e carenze di informazioni dettagliate, oltre che un mancato collegamento on line con gli utenti. Occorre anche potenziare la connettività nel nostro territorio, troppe zone non sono coperte dal segnale. In passato gli esercenti degli agriturismi o abitazioni hanno costruito piscine, oggi occorre la connettività per internet.
Infine un pensiero alla qualità della futura proposta turistica. “Vivremo i nostri centri storici, fra i più preziosi del mondo, come serbatoi di memoria culturale o come cadaveri da spolpare?”.
A tutti noi il compito di dare una risposta a questa domanda.
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