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Cinema d’essais a rischio estinzione

Le poltrone verdi, le sale piccole a misura d’uomo, la biglietteria come quelle di una volta, l’ultimo cinema del centro sopravvissuto al vortice spazzatutto del multisala: non voglio cadere nella retorica, ma nella tristezza si. E se anche il cinema Eden chiudesse? E se anche l’ultimo baluardo dei film non commerciali scomparisse incapace di adeguarsi alle modifiche che il cinema digitale richiede?

Certo che il solo 10% degli incassi aretini per il cinema forse non è sufficiente a mantenerlo in vita, ma quel 10% d’incassi consiste nel 10% di fedelissimi – tra cui me – che si affidano al cinema Eden per quei film che i multisala non trasmettono.

Il multisala è comodo – e caro – è sempre aperto e offre una varietà di film che non lasciano il tempo di annoiarsi, ma l’offerta non va mai aldilà di un certo genere cinematografico volgarmente definito “di massa” (come se esistesse ancora quella massa informe con gli stessi gusti e gli stessi bisogni) e che comunque in quest’ultimo anno sembra aver abbandonato “in massa” le sale anche dei multisala, almeno secondo i dati forntiti dai vertici milanesi di Uci Italia: 17,2 % di calo sugli ingressi rispetto al 2011.

Il cinema in generale è in difficoltà, come qualsiasi bene considerato superfluo i tempo di crisi economica: i film si guardano sempre più in casa, noleggiati o nei canali sempre più differenziati della tv satellitare, i film escono meno e le stesse case di produzione faticano a mantenersi a galla, ma il cinema è anche uno strumento fondamentale per la diffusione della cultura, il cinema è cultura e forse non si sta facendo abbastanza per tenerlo in vita.

In questo specifico caso forse non stiamo facendo abbastanza per la “casa aretina dei film di nicchia”, film che diventerannno davvero invisibili in caso di chiusura e non soltanto gli appuntamenti della Rassegna cinematografica “gli Invisibili” che in quest’ultimo anno ha riscosso successo con “L’arte di vincere” con Brad Pitt, “Melancholia” di Lars Von Trier,”Le nevi del Kilimangiaro” di Robert Guédiguian per citarne alcuni.

Cecilia Falchi

30enne Blogger per sopravvivenza mentale e precaria per scelta altrui. Spontanea nel suo essere assurda, sembra uscita da un'illustrazione di "Mary Poppins", ma respira sarcasmo come un personaggio di Woody Allen. Calamita vivente per i guai. Il suo motto è "Domani è un altro giorno... speriamo parta la macchina"

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  • negli ultimi anni credo di non avere mancato mai le proiezioni degli "invisibili", sigla del ciclo annuale del cinemà d'essay, senza nemmeno informarmi del titolo del film, tanto ero sicuro della scelta degli encomiabili organizzatori detti "sentieri selvaggi", ed io non amo il cinema in generale, anzi! sarebbe proprio un gran peccato se, per mancanza di finanziamenti, non potessimo più godere di quei rari momenti di civiltà! Faccio appello, per quel che vale oggi la voce di un cittadino, alle pubbliche autorità perché intervengano, con l'idea che l'arte e la cultura sono a volte più importanti di un parcheggio.....

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Cecilia Falchi
Tags arezzo

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