Abbiamo letto gli articoli comparsi sui quotidiani e sui giornali on line (qui quello di Valdichianaoggi) circa il famoso acquisto del cavallo da parte di Porta Fiorentina o da chi per lei; giusto che la notizia sia stata data! Volevamo fare però una piccola precisazione, ad onor del vero. Se si vanno effettivamente a vedere come sono andate le cose verrebbe da chiedersi perchè uno non se ne sta zitto per evitare figuracce, ma non ci interessa quel che dice la gente, specie se male o punto informata…; quello che ci spinge a rammentare quanto andremo di seguito rammentando, mentre nel mondo e non solo succede molto peggio, sono affermazioni tipo ” finalmente si è intuito come fare per migliorare il palio”…”nessuno prima d’ora ne aveva avuto il coraggio” e via dicendo.
Nei primi anni 80, tanto per fare chiarezza, il Rione Cassero acquistò in un breve lasso di tempo 2 cavalli nel viterbese; il perchè del 2 non è simpatico ricordarlo, ma fatto: il primo, nel giro di una decina di giorni, morì nella stalla dove era stato alloggiato . Non presagendo che quello poteva essere un segnale, la dirigenza insistette su quella linea e fu successivamente acquistato un grigio purosangue di nome Ashur.. stavolta le cose parevano andar decisamente meglio: attorno al fatto nacque molta curiosità ed erano diversi i rionali che frequentavano la stalla; addirittura un piccolo esodo ci fu quando nel maggio dell’84, mentre il Gruppo “IL CASSERO” sbandierava a Lucignano, il cavallo fece il debutto ad Acquaviva vincendo la sua corsa. Questo spinse il Rione ad un altro entusiastico ed oneroso passo: trasferire l’animale e pagare un allenatore all’ippodromo a Firenze che portasse in condizione il cavallo in vista dell’appuntamento più ambito, il palio. Il sabato vigilia della corsa, giornata allora “vuota” ippicamente parlando, tutto era pronto per il debutto in piazza, compresa una coperta nuova di zecca realizzata dalle sarte del rione per far sfilare il cavallo prima di testarne le qualità effettive al parterre; in attesa dell’ora fatidica, il cavallo venne trasferito ai “macelli” da dove avrebbe dovuto fare un’entrata trionfale. Andò a finire che, si dice eccitato dall’odore del sangue che arieggiava in quell’ambiente, il cavallo si alzò sui posteriori e batté la fronte in un arcata, procurandosi una profonda ferita con forte emorragia: le facce dei casserini, avvertiti in tribuna dell’accaduto, pensiamo sia facile immaginarle anche dopo 30 anni. La partecipazione al Palio fu garantita con l’ingaggio di una cavalla a Mercato Saraceno, ma a quel punto tutto era già scritto e nel palio della domenica non fu ottenuto niente di quel che si sperava. Il cavallo fu poi rivenduto perchè il Rione non era in grado di sostenerne i costi per la manutenzione, anche se in loco e non più a Firenze. Chiaro che questo doppio triste epilogo, addirittura comico per qualcuno (e non ci scandalizziamo per questo), non rappresenta una delle pagine più allegre della nostra storia, ma resta il fatto che gli avvenimenti – belli o brutti che siano – rimangono. Le motivazioni dell’acquisto erano dettate dal riconoscimento che economicamente il rione non poteva allora tener botta ai due rivali: si sperava quindi in un fantino “paladino” che sul destriero del rione trascinasse il Cassero alla vittoria, al di fuori degli accordi che chiaramente anche allora venivano fatti o tentati.
Oggi, dopo trent’anni, sembra che questa scelta sia stata fatta per rilanciare dall’interno la manifestazione, ma ci permettiamo di dire che non è proprio così. Anche i dirigenti di Porta Fiorentina sono sempre stati concordi nel dire che ormai questa è una manifestazione che se non si avvalesse di professionisti, detti magari anche poco nobilmente “cavallai”, perderebbe il suo fascino e l’interesse delle altre piazze d’Italia, visto che anche a giugno scorso gli addetti ai lavori delle altre manifestazioni sono accorsi da più parti; certo, c’è stata la bella parentesi di Nicchio prima e Maffeia poi della scuderia Cirelli (tra l’altro vincitrice di un palio per ogni rione negli anni 90) , ma non essendo al momento il nostro un paese di allevatori ed allenatori di cavalli, il bis non è dietro l’angolo… Melissa o chiunque altro attempato cavallo acquistato anche dagli altri rioni non diventerebbe per magia “un prodotto degli allevatori castiglionesi”, ma soltanto uno “straniero” momentaneamente in vacanza in Valdichiana, visto poi dove si dice dovrà avvenire presumibilmente la vera preparazione per la prossima stagione !
Questa precisazione, sia chiaro, è volutamente successiva alla giornata di festa nel rione arancioverde che aveva tutto il diritto di dare lustro ad una propria iniziativa e non vuol rovinare nulla di tutto ciò; solo che quando si ascoltano o leggono quelle che per noi sono inesattezze, ci piace tentare di far chiarezza con metodi e forme corrette, assumendoci la responsabilità di quel che si dice.
Pazienza se chi l’ha preceduta ha durato poco o si è rotto il capo, Melissa magari straccerà tutti a giugno (chiaramente da parte nostra non ce l’auguriamo ), sicuramente avrà il potere di far parlare di palio anche fuori stagione, ma non è comunque la panacea o il “pioniere” del settore, anche se per farla fregiare di quest’ultimo titolo si è addirittura detto che la passata esperienza, senza citare chi l’aveva compiuta quasi fosse blasfemia pronunciarne il nome, non fa parte dell’ “era moderna del palio”: non ci risulta che negli anni 80 si corresse con i dinosauri!!